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9 gennaio 2020 4 09 /01 /gennaio /2020 00:27

Pubblico le domande che mi sono state poste da un giornalista in merito alla mia recente nomina a Presidente della Società ticinese per l'arte e la natura e le risposte complete. 

 

1. Negli ultimi anni la STAN ha ripreso vigore, con un importante ricambio. Lei assume la presidenza con quali obiettivi?

La Società ticinese per l’arte e la natura, sezione ticinese di Patrimonio Svizzero, ha seguito, dalla sua fondazione nel 1908, due vie principali di azione: in primo luogo, la divulgazione del valore culturale e civile del patrimonio storico-artistico e naturalistico del nostro Cantone; in secondo luogo, l’azione giuridica con opposizioni e ricorsi contro domande di costruzione particolarmente distruttrici e gli interventi presso le autorità politiche locali, cantonali e federali.

Gli obiettivi personali non si discostano dalla linea adottata nel passato e sono ispirati al concetto descritto dallo storico dell’arte Montanari: «la vera funzione del patrimonio non è assicurare il diletto privato di pochi illuminati volenterosi, ma alimentare la virtù civile, essere palestra di vita pubblica, mezzo per costruire uguaglianza e democrazia sostanziali». Li suddivido in quattro direttrici: 1) la diffusione della conoscenza del nostro patrimonio naturalistico e storico-architettonico-artistico, attraverso la rivista associativa «Il nostro Paese», visite guidate condotte da esperti e il sito web associativo, facebook e Twitter; 2) l’approfondimento di temi essenziali attraverso giornate di studio o pubblicazioni; 3) la ricerca del costante miglioramento dell’efficacia giuridica dei nostri ricorsi, con lo scopo di creare giurisprudenza innovativa a favore del patrimonio; 4) la collaborazione, su aspetti puntuali, con associazioni sensibili ai temi della protezione del patrimonio storico-artistico, della natura e dell’ambiente, come abbiamo fatto in questi ultimi anni con l’Alleanza Territorio e Biodiversità.

Sono attività che necessitano di finanziamenti che speriamo ottenere da Fondazioni private, alcune delle quali, benemerite, ci hanno sostenuto nel recente passato e ci sostengono, apprezzando lo sforzo profuso in particolare nella rivista.

2. Come valuta lo stato attuale del beni culturali in Ticino?

A rischio, tanto per i molti beni che non sono ancora protetti, quanto per quelli già protetti.

La legge sulla protezione dei beni culturali (LBC) prevede che il Cantone definisca e protegga i beni culturali di interesse cantonale e che i Comuni scelgano e tutelino i beni culturali di interesse comunale attraverso varianti di Piano regolatore. Se a livello teorico gli enti locali dovrebbero conoscere meglio il proprio territorio e i beni culturali che vi si trovano, nella realtà gli interessi a favore della rendita fondiaria e della speculazione edilizia hanno un peso diretto sulla politica locale e in moltissimi casi hanno condotto e conducono alla scomparsa del nostro patrimonio paesaggistico e storico-artistico. L'autonomia rivendicata dai Comuni in questo campo spesso non è stata positiva e i ritardi nell’elaborazione delle varianti per i beni culturali locali sono numerosi.

Un altro elemento che pone problema è la verifica sistematica dello stato in cui si trovano i beni culturali già protetti, anche a livello cantonale. Vi sono carenze che devono essere risolte.

3. La STAN è attiva con ricorsi, opposizioni e critiche. Venite ascoltati dalle Autorità? 

Vorremmo essere ascoltati non solo e non prioritariamente per la nostra attività di contenzioso. Proprio per questo abbiamo promosso nell’autunno 2014 l’iniziativa popolare legislativa generica «Un futuro per il nostro passato: per un’efficace protezione del patrimonio culturale del territorio ticinese», su proposta del nostro vicepresidente arch. Antonini, che è stata sottoscritta da 14'774 cittadine e cittadini ticinesi. Come conseguenza il Dipartimento del territorio ha elaborato una revisione della LBC attraverso un messaggio che è attualmente pendente in Gran Consiglio.

Inoltre, siamo in attesa da diversi anni dell’aggiornamento della scheda «P10 Beni culturali» del Piano direttore da parte del Dipartimento del territorio, secondo l'evoluzione della giurisprudenza del Tribunale Federale: confidiamo che il Consigliere di Stato on. Zali lo faccia a breve, vista l’importanza del tema.

 4. C’è sensibilità nel Paese in merito alla difesa dei beni culturali e del patrimonio architettonico?

Molta, nei cittadini e in diverse Fondazioni. Infatti, la nostra associazione riceve moltissime sollecitazioni da ogni parte del Cantone a intervenire: dovremmo avere un segretariato con un architetto e un giurista a tempo pieno per soddisfare tutte le richieste. Cerchiamo di fare il massimo possibile con i mezzi limitati di cui disponiamo e grazie al volontariato di tutti i membri attivi del Consiglio Direttivo e di amici che ci aiutano su casi puntuali. Vi sono anche cittadini che ci chiedono di intervenire poiché desiderano che le loro proprietà siano tutelate dai Comuni.  

5. Le due iniziative nazionali costituzionli «Contro la cementificazione del nostro paesaggio (Iniziativa paesaggio)» e «Per il futuro della nostra natura e del nostro paesaggio (Iniziativa biodiversità)» che Heimatschutz ha lanciato si preoccupano per la cementificazione del paesaggio. La legge federale è severa ma non basta. I Cantoni e i Comuni non sono abbastanza sensibili nella salvaguardia del territorio?

Come ha detto il presidente di Patrimoine Suisse Genève, avv. Robert Cramer, uno degli ispiratori delle due iniziative, è fondamentale inserire nella Costituzione federale i principi enunciati nelle iniziative, che peraltro sono presenti nella legge federale sulla protezione della natura e del paesaggio (LPN) e nella legge sulla pianificazione del territorio (LPT), risalenti agli anni Sessanta e Settanta, poiché queste due leggi sono costantemente minacciate da proposte di revisione fatte attraverso atti parlamentari in Consiglio nazionale o nel Consiglio degli Stati. L’inserimento nella Costituzione costituisce una maggiore garanzia, che possiamo fare valere davanti al Tribunale federale. Per questo è molto importante sottoscrivere le due iniziative, che possono essere scaricate dal sito web della STAN e delle altre associazioni copromotrici (Pro Natura, BirdLife, ATA e SLFP).

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