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21 novembre 2023 2 21 /11 /novembre /2023 22:35

Villa Argentina e il suo Parco hanno un valore storico-culturale e paesistico così importante da essere stati inventariati quali beni culturali di interesse cantonale e federale.

Il 12 agosto 1985 il Dipartimento dell’ambiente iscrisse nell'elenco dei monumenti storici e artistici del Cantone Ticino «Villa Argentina, con i subalterni B (cucina), C (bagno), D (lavanderia), E (veranda), F (casa di abitazione), G (garage), R (padiglione), che fanno parte integrante dell’edificio principale; il parco annesso, nella sua totalità, considerato che la villa Argentina di Mendrisio seguendo la tradizione palladiana e talune caratteristiche delle costruzioni coloniali, dall'architetto Antonio Croci di Mendrisio, e il parco circostante, raro esempio integro di spazio disegnato dell'Ottocento nel Mendrisiotto, costituiscono una testimonianza storica e artistica meritevole di protezione».

I funzionari cantonali condivisero il parere espresso nel 1972 dagli architetti Bruno Reichlin e Fabio Reinhart che avevano indicato in un saggio che la «Villa Argentina rappresenta un tentativo perfettamente riuscito di fondere la tradizione palladiana con il principio della veranda caratteristico delle costruzioni coloniali».

Villa Argentina appartiene alla tradizione plurisecolare dell'architettura di villa, che iniziò con le dimore rinascimentali italiane, influenzando l'evoluzione dell'architettura del paesaggio dal tardo Quattrocento fino all'inizio del Novecento. Un punto di svolta in questa evoluzione è costituito dai modelli sviluppati, da una parte, da Giuliano da Sangallo e da Lorenzo de' Medici e, dall'altra, da Raffello Sanzio, che si ispirarono alle ville dell'antica Roma coi loro giardini, all'architettura classica e ad autori classici tra cui Plinio il Giovane. Andrea Palladio si inserì in questa evoluzione acquisendone le innovazioni che unì alle tradizioni architettoniche dei luoghi in cui operò.

Come ricordato dalla professoressa di architettura del paesaggio Maniglio Calcagno «gli architetti, che sempre più frequentemente intervennero nella sistemazione degli spazi che circondavano la villa, concepirono il giardino non come una organizzazione di elementi diversi, prevalentemente vegetali, indipendenti dall'abitazione, ma come il prolungamento all'esterno della struttura formale dell'edificio, come un complesso architettonico paesistico unitario e coordinato, in cui realizzare il collegamento tra il volume della villa e l'ambiente». Da quel periodo storico la residenza fu intimamente collegata alla campagna circostante, con gli spazi coltivati, orti, frutteti, vigneti.

Il progetto di Villa Argentina dell'architetto Antonio Croci si inserisce consapevolmente e sapientemente in questa secolare tradizione. Come indicò l’arch. del paesaggio Niccardo Righetti nel 1993 alla villa si unisce inscindibilmente il suo Parco, «una ricercata composizione architettonica e botanica che accosta elementi tipici dello stile rinascimentale dei giardini all'italiana (assialità, delimitazione, scenografia e rapporto con la campagna) allo stile inglese (ampi prati verdi con vialetti e gruppi d'alberi secolari)». Per l’arch. Righetti «con la sistemazione esterna di Villa Argentina l'arch. Croci dimostrò infatti un consapevole rapporto con la campagna che non viene negata od esclusa, ma che viene direttamente coinvolta nell'essere stesso del parco: che ne sarebbe infatti di quest'ultimo se la scarpata a monte fosse stata trasformata in bosco e non fosse rimasta frutteto/vigneto?»

Il Parco si compone di un giardino ornamentale e di diletto, nella parte pianeggiante attorniante la villa, e di una parte collinare, agricola, composta dai terrazzamenti coltivati in passato a frutteto, vigna e orti, nella quale sono inserite le strutture architettoniche scenografiche costituite dai muri di contorno e dal belvedere con le ali laterali a pergolato (queste ultime sono state manomesse e i muri versano in stato precario a causa dell’incuria).

Gli elementi storici, artistici, architettonici e paesistici sopra brevemente descritti costituiscono la cifra di questo monumento, l’intelligenza di questo luogo e l’anima di questo paesaggio, unico in tutto il nostro Cantone, che merita di svolgere il compito di monumento, di testimonianza.  

Il progetto fatto allestire dal Comitato Parco di Villa Argentina all'arch. del paesaggio FSAP Heiner Rodel (responsabile dell'elenco dei giardini storici ICOMOS-FSAP per il Cantone Ticino) si fonda sulla valorizzazione filologica e sul restauro conservativo del Parco di Villa Argentina, unendo la storicità all’uso attuale.

Tiziano Fontana, coordinatore Comitato Parco di Villa Argentina

(apparso su l'Informatore del 10 novembre 2023)

Nella fotografia i piani che l'arch. del paesaggio FSAP Heiner Rodel ha illustrato durante la visita di sabato 14 ottobre Giornata delle Idee organizzata dal Municipio. 

 

L'eccezionalità culturale e paesistica del parco di Villa Argentina
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  • : salvaguardare il Parco di Villa Argentina (Mendrisio) come bene comune; riflettere sul territorio e sul paesaggio del Mendrisiotto e sulla qualità di vita dei suoi abitanti
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