Overblog
Edit post Segui questo blog Administration + Create my blog
2 settembre 2015 3 02 /09 /settembre /2015 23:11

Pubblico la quarta e ultima parte del rapporto di minoranza bocciato dalla coalizione pipidin-liberal-socialista (questi ultimi per metà dei CC presenti) nella seduta del 13 luglio 2015. Torneremo a breve sugli interventi durante la seduta e analizzeremo i grandiosi argomenti culturali degli esponenti di spicco della "Grande Coalizione": in effetti a Mendrisio dietro le scaramucce van tutti d'accordo nel distruggere il territorio, il più possibile. Il gran banchetto non ha mai fine.

Tiziano

IV Parte.

II.H La proposta pianificatoria definitiva (2014) del Municipio: il fondamento teorico e le possibilità pratiche (potenzialità costruttive)

Nel MM in esame si legge a pagina 5: «Chiarire gli insiemi e le identità dei diversi luoghi, rafforzare il dialogo tra gli edifici e i loro spazi esterni, creare varietà, sono queste le parole chiave dell'azione pianificatoria». Alla luce di quanto scritto nella parte I. Come pianificare un'area «singolarmente connotata per la magnificenza»? possiamo affermare che, sicuramente per la parte del Parco storico di Villa Argentina, l'azione pianificatoria risultante dai lavori svolti da Studi Associati SA e arch. Castelletti-Voser non ha saputo cogliere né l'essenza né il valore culturale di quell'area che, di conseguenza, diviene spazio funzionale e utilitaristico per l'«urbanistica di colonizzazione» denunciata dall'arch. Tita Carloni.

Sulla volontà di acquisire il fmn 3043 – fatto positivo ed essenziale – non si torna poiché pilastro della variante e questione già decisa dal CC nel 2011. Rispetto alla proposta 2012 questa del 2014 ha portato ad alcune importanti modifiche, in particolare con l'eliminazione della zona edificabile prevista sul pianoro dietro al muro del belvedere sul fmn 3043. Su questo fondo il Municipio comunque propone la zona edificabile A2. Le giustificazioni alla zona A2 sono presenti sia nel MM («senza modificare l'assetto del parco storico p. 4; dato il contesto storico è importante valutare la volumetria ammissibile in modo che questa non vada ad alterare l'immagine stessa del parco. Si propone quindi unicamente un comparto che permetta edificazioni di dimensioni contenute là dove, per ragioni di qualità, è sopportabile l'inserimento di nuove edificazioni, con lo scopo di rafforzare la struttura del parco p.4; inserimenti di edificazioni sono soggetti a concorso di architettura (…) gli edifici pubblici si insediano in maniera ordinata attorno al parco, p. 5; la definizione spaziale dei luoghi con recinti e muri è un carattere ricorrente del contesto paesaggistico di Mendrisio e costituisce uno strumento tipologico per la ricostruzione e ridefinizione degli spazi del parco (…) “Valorizzare” presuppone la cura delle strutture e della vegetazione esistenti ancora oggi e l'integrazione di elementi nuovi adatti alla restituzione spaziale del parco p. 6; la variante propone sia di estendere sia di recuperare il parco. L'analisi del parco esistente fatta dall'arch. Righetti (1993) è sempre d'attualità (…) lo studio dell'arch. Rodel (…) Questi sono da integrare con le segnalazioni degli architetti Voser e Castelletti (2013) che indicano ulteriori misure per le aree adiacenti. p. 6); sia nel Rapporto di pianificazione a pagina 19 e seguenti, nelle quali si fa esplicito riferimento allo studio Campus. Ora, senza entrare nel merito di tutte le citazioni è opportuno sottolineare che è impossibile "integrare" gli studi degli architetti Righetti e Rodel con quello degli architetti Voser-Castelletti semplicemente perché partono da premesse opposte, come dettagliatamente spiegato: i primi due si fondano sui principi internazionali di tutela dei giardini storici e sul corpo dottrinale della storia dei giardini; il terzo si basa su una visione urbanistico-architettonica secondo la quale si valorizza il paesaggio costruendovi nuovi edifici (in pratica con quella che l'arch. Tita Carloni ha definito una moderna "colonizzazione").

È necessario soffermarsi su alcuni passaggi del Messaggio municipale; a pagina 7 vi è la giustificazione del potenziale edificatorio per il comparto A2: «4.2 Valutazione del potenziale edificatorio Si sostiene in questa sede l'idoneità del posizionamento del volume edificabile in base alle seguenti motivazioni: - in tale posizione il volume edificato forma un limite definito come segnalato e giustificato dallo studio degli arch. Nicola Castelletti e Martina Voser, in linea con la caratteristica del giardino storico; - il luogo è stato edificato in precedenza; - il volume previsto confina con l'adiacente area edificata; Il volume edificabile, rispetto ai terrazzamenti del parco di Villa Argentina, si colloca sull'edificazione esistente e riprende il contorno del muro esistente, avendo l'estensione e l'altezza analoga ai volumi esistenti e a quello realizzabile nel comparto G e offre solo un accesso pedonale da Via alla Torre per non stravolgere la caratteristica, l'uso e la centralità del parco. Il posizionamento della nuova edificazione rispetto al giardino di Villa Torriani risulta essere più delicato perché racchiude il parco verso sud, creando un fronte quasi urbano, in un'area identificata con la presenza di diversi giardini di sontuose ville. 4.3 Un progetto integrato per i comparti A e B Villa Argentina è un comparto di grande pregio e di alto valore storico e architettonico. La logica del Piano procede per comparti per fissare regole uguali per elementi simili. (…) In tale intorno potranno inserirsi le singole edificazioni, frutto di un concorso pubblico, valutato da una giuria competente che rappresenti tutte le capacità storiche, sociologiche, architettoniche e urbanistiche, atte a garantire un risultato che sia all'altezza della qualità del comparto. 8. Conclusioni Gli approfondimenti e la consultazione hanno permesso di elaborare la presente variante che permette di non modificare l'assetto del parco storico e di liberarlo dalle possibilità edificazione nella parte alta. In secondo luogo si è potuto evidenziare il luogo appropriato all'estremità del parco, per dare le premesse ad un'estensione futura del campus universitario».

Le tre giustificazioni del potenziale edificatorio sono un non-senso pianificatorio:

1. la volumetria concessa non ha nulla a che vedere con quella dell'edificio rurale oggi diroccato; 2. il fatto che l'area adiacente sia edificata dovrebbe imporre, al contrario, di preservare il fmn 3043 da nuove costruzioni;

3. sostenere che quanto proposto con la variante – segnalato e giustificato (!) dagli architetti Voser-Castelletti – «è in linea con la caratteristica del giardino storico» equivale a dire una falsità: un'autorità pubblica può propendere e proporre quanto di suo gradimento ma non può fare affermazioni che sono in contrasto con i principi basilari che si applicano nella fattispecie: la posizione del Municipio – sostenuta dallo studio citato – è in chiaro e assoluto contrasto con la storia dei giardini, la storia dell'architettura, le Carte internazionali riconosciute dall'UNESCO e i Principi per la tutela dei monumenti storici in Svizzera che regolano questa materia. Dopo aver approfonditamente spiegato dal punto di vista della teoria urbanistica e della storia dell'architettura del paesaggio il contrasto della variante con una corretta pianificazione dell'area è necessario analizzare le conseguenze pratiche potenzialmente realizzabili se le norme di attuazione (NAPR) proposte con la variante dovessero entrare in vigore. Per comprendere le possibilità edificatorie che la proposta del Municipio lascia sul comparto A2 abbiamo fatto elaborare le seguenti simulazioni che si fondano sui dati contenuti nei documenti ufficiali del Messaggio municipale e sulle Sezioni trasversali allegate allo stesso. La prima simulazione è una sezione trasversale che si fonda sull'altezza massima obbligatoria: l'altezza è prescritta, vale a dire, come è specificato nell'art. 5 della NAPR, «rappresenta i punti lungo i quali deve obbligatoriamente concludersi, in altezza, la parte più alta dell'edificio». Bisogna immaginarsi l'impatto che la facciata e la parete laterale avranno dal punto di vista paesaggistico. Inoltre, è evidente che, data la morfologia del terreno, sarà necessario uno sbancamento assai rilevante che avrà conseguenze sull'impatto paesaggistico complessivo e che condurrà a una modifica dei terrazzamenti o, per lo meno, di una fascia piuttosto larga attorno allo/agli stabile/i. Si deve anche considerare che le linee di costruzione si sovrappongono al muro ottocentesco (parzialmente distrutto dagli attuali proprietari durante i lavori di pulizia a cavallo del 2008-2009) che sale fino al muro del belvedere. Alla domanda posta in Commissione circa il possibile abbattimento del muro storico di confine il Municipio ha risposto nel modo seguente: «Il progetto definitivo dell'ampliamento del Campus definirà se il muro potrà essere mantenuto o no. Tale possibilità è contemplata nella variante in quanto si vuole dare la possibilità di edificare ai margini del comparto». Ciò avverrà poiché, stando a quanto "teorizzato" nello studio degli architetti Castelletti-Voser e ripreso nel Rapporto di pianificazione, un edificio moderno costituisce una valida valorizzazione spaziale di un parco storico … (!). Infine, per garantire l'accesso ai mezzi previsti dalla legge – pompieri e ambulanze – sarà necessario creare una strada di almeno tre metri di larghezza: si imporranno mutamenti di sostanza all'immagine di quella parte di Parco. Qui sotto riproduciamo la volumetria possibile usando i parametri pianificatori concessi con la variante. Fotomontaggio usando il volume massimo ammesso dalle norme di attuazione del PP È evidente il contrasto con l'incardinamento prospettico voluto dall'arch. Antonio Croci e quindi emerge con chiarezza l'incultura che orienta la volontà di lasciare edificare il comparto A.

II.I I lavori commissionali: due approfondimenti

Mi soffermo solo su due questioni per me rilevanti che denotano un certo modo di affrontare i temi di pertinenza della Commissione.

1. La Relazione dell'arch. Fabio Reinhart

Il Municipio cita a più riprese negli atti pianificatori la relazione "In merito alle possibilità edificatorie e ai modi di edificazione nell’area di Villa Argentina a Mendrisio" del 20 settembre 1988 elaborata dall'arch. Fabio Reinhart su mandato del Municipio di Mendrisio. Nel MM 83/2011 si sostiene che «le nuove norme dovranno tenere in debita considerazione gli studi specialistici già effettuati dall’Arch. Fabio Reinhart in merito alle possibilità e ai modi di edificazione dell’area di Villa Argentina con interventi architettonici arricchenti l’area nel suo insieme». L'arch. Fabio Reinhart, già prof. di architettura al Politecnico federale di Zurigo, è considerato – a giusto titolo – dal Municipio il massimo esperto dell'opera dell'arch. Antonio Croci e, pertanto, per verificare quanto affermato dal pianificatore comunale e dall'Esecutivo ho chiesto alla Commissione di organizzare un'audizione con l'arch. Fabio Reinhart: la stragrande maggioranza dei commissari si è opposta. Di conseguenza ho proceduto personalmente agli indispensabili approfondimenti architettonici e pianificatori incontrando l'arch. Reinhart. Leggendo la Relazione e gli studi dedicati all'arch. Antonio Croci si comprende come l'autorità comunale abbia usato, per giustificare le sue scelte, stralci "selezionati" degli scritti dell'arch. Reinhart, snaturandone però il suo pensiero.

Del resto, il Piano particolareggiato oggi in vigore non è rispettoso di quanto suggerito dall'arch. Reinhart nella sua Relazione.

Ne riassumo alcuni punti poiché aiutano a comprendere aspetti rilevanti. Quando l'arch. Reinhart ricevette il mandato da parte del municipio di Mendrisio, rispettivamente consegnò la relazione, Villa Argentina e il suo parco erano di proprietà di Mario Giudici (dal 17.3.1988). Lo scopo della sua relazione è precisato a pagina 1: «La presente relazione espone i risultati di una analisi che ha come obiettivo quello di individuare questi problemi [urbanistici, pianificatori, architettonici], fornire una base disciplinare indispensabile alla trattativa d’acquisto e infine una strategia progettuale adeguata. In particolare risponde al problema più urgente: dove, quanto e come edificare». Alla fine degli anni Ottanta l'arch. Reinhart fu incaricato di fare una valutazione e trovare una soluzione pratica per favorire l'acquisto della Villa e permettere uno scambio col proprietario Giudici concentrando le possibilità edificatorie in una parte specifica del comparto. L'arch. Reinhart comprese che il valore culturale del Parco e consigliò al sindaco di Mendrisio, avv. Pierluigi Rossi, di assegnare un mandato specifico all'arch. Niccardo Righetti per approfondire il valore storico-artistico e botanico (il cui lavoro sfociò in due rapporti, quello preliminare e quello definitivo).

È significativo constatare come le conclusioni cui giunse l’arch. Reinhart nella sua relazione siano una conferma della valutazione eseguita dall'Ufficio monumenti storici (UMS) o, rispettivamente, come le sue intuizioni siano state confermate dallo studio approfondito dell'arch. Righetti; in particolare per un paio di aspetti. Analizzando il valore di Villa Argentina, l'arch. Reinhart scrive che essa è «adagiata in un ampio parco che si inerpica fin sulle pendici del monte retrostante (…)» [Reinhart e Reichlin, Antonio Croci, architetto (1823-1884), I nostri monumenti, XXIII, 1972, p. 214]: egli, sulla base della tipologia dei giardini e parchi storici rinascimentali o di quelli ottocenteschi che a essi si ispiravano, ha ritenuto che l'estensione del parco corrispondesse a tutto il comparto, come fece anche l’UMS. Del resto se si legge la relazione si comprende facilmente che l'arch. Reinhart è particolarmente attento al rapporto esistente tra l'intera composizione e lo scenario circostante, esattamente quello che fecero per secoli gli architetti che progettarono ville e parchi, dal Rinascimento in poi: questa attenzione nasce da una cultura e da una sensibilità che oggi mancano ai più (causa prima delle continue distruzioni del patrimonio culturale alle quali assistiamo).

L'arch. Reinhart per cercare di inserire nel modo meno invasivo possibile gli edifici concepì le testate degli edifici “raccogliendo la lezione architettonica” di Antonio Croci: esse “(…) saranno anche in grado di arricchire l’insieme del parco grazie al carattere scenografico, quasi onirico, della loro architettura e della loro posizione. Quasi fossero “maschere” architettoniche levitanti al di sopra della pergola che chiude il giardino, questi edifici rimandano, come detto, alla nobile tradizione dei parchi, trasformando quello di Villa Argentina in un suggestivo “teatro” o “museo” dell’architettura di Antonio Croci” .

La proposta dell'arch. Reinhart si inseriva, con un'interpretazione moderna, nella tipologia rinascimentale-barocca dei giardini. Questo aspetto lo troveremo confermato nello studio dell'arch. Righetti. Pertanto giustificare, come pretende il Municipio e il pianificatore comunale, le possibilità edificatorie nel comparto A2 fondandosi sulla Relazione dell'arch. Reinhart è scorretto. Per pianificare tutta l'area l'arch. Reinhart ha presentato proposte coerenti e legate indissolubilmente le une alle altre: se fosse venuto meno il rispetto di una sola proposta evidentemente sarebbe caduto tutto il rigoroso quadro teorico e le altre coerenti soluzioni pratiche proposte, enunciate nelle prime pagine della sua relazione («Premesse teoriche» pagine 2-4 e «Criteri generali» pagine 5-7). Le principali proposte pratiche sono: le testate dei 5 palazzi e 1/3 di palazzo sul pianoro; il mantenimento di alcuni alberi secolari sul pianoro; i parametri edificatori del comparto E (p. 10).

Tutte queste proposte sono state sistematicamente dimenticate dal municipio di Mendrisio quando è stato elaborato il Piano particolareggiato (e nelle successive modifiche). Pertanto la relazione dell'arch. Reinhart è stata tradita sia nelle «premesse teoriche e motivazioni generali» che nell’impostazione pratica «proposta progettuale».

Vediamo come sono state "dimenticate" le proposte dell'arch. Reinhart: - per mantenere due alberi secolari (cfr. tavola II e VI allegate alla relazione) l'arch. Reinhart proponeva l'edificazione di 5 palazzi + 1/3 di palazzo: mentre il Piano particolareggiato di Villa Argentina (PPVA) ne permette 6 e gli alberi secolari sono stati abbattuti nell’inverno 2007/primavera 2008; - le testate degli edifici sul pianoro avrebbero dovuto rispettare il quadro teorico di Reinhart, che scrive: «Ritenuta fondamentale la salvaguardia del parco perché parte integrante della architettura della Villa, si pone il problema di come intervenire nella zona soprastante il parco. L'idea fondamentale è quella di fare riferimento esplicito all’architettura di Antonio Croci, non tanto e non necessariamente riprendendone gli stilemi, quanto piuttosto raccogliendone la lezione architettonica. L'intervento posto a monte del parco fornisce una risposta valida a entrambi i problemi. In questo modo il parco non solo sarà salvaguardato, ma si arricchirà di una architettura coerente e in linea con la tradizione dei giardini e dei parchi europei e capace oltretutto di stabilire un rapporto adeguato con l’opera di Croci. Il rifiuto dell’unità stilistica rappresenta quindi una reale possibilità di interpretazione dell’architettura di questo “diletto figlio di Mendrisio” e del suo insegnamento rispondendo inoltre in maniera precisa al problema della ridefinizione del parco. Le testate degli edifici proposti sul pianoro affermano la loro presenza rifiutando ogni tipo di mimetismo o di occultamento. Ma saranno anche in grado di arricchire l'insieme del parco grazie al carattere scenografico, quasi onirico, della loro architettura e della loro posizione. Quasi fossero “maschere” architettoniche levitanti al di sopra della pergola che chiude il giardino, questi edifici rimandano, come detto, alla nobile tradizione dei parchi, trasformando quello di Villa Argentina in un suggestivo “teatro” o “museo” dell’architettura di Antonio Croci” . Per capire meglio quanto esposto dall'arch. Reinhart bisogna guardare i piani allegati alla sua relazione (tavole II – VIII). L'idea di imporre delle testate concepite secondo quella precisa indicazione è stata totalmente lasciata cadere nel PPVA, che di fatto stravolge tutto il quadro teorico e quindi la ragione profonda dell'edificabilità del pianoro.

- Le possibilità edificatorie nella parte vicina alla Villa, definito comparto E nella Relazione, sono un ulteriore esempio dello stravolgimento operato dal PPVA; l'arch. Reinhart scrive: «La giacitura degli edifici progettati è dovuta in primo luogo alla volontà di costruire nel modo meno incombente verso il parco della Villa. Rispetto all’area del parco gli edifici saranno visibili soltanto di scorcio analogamente a quanto proposto per il pianoro superiore. Inoltre, in questo caso specifico, il progetto è chiamato a risolvere un nodo nevralgico dell'intera area, e cioè il passaggio della edificazione bassa nei pressi della villa a quella più alta sul lato opposto di viale Canavée» (pagina 10). Nella realtà non si è tenuto conto di questa proposta ed è sorto lo stabile dell'Accademia che non può essere considerato frutto della «volontà di costruire nel modo meno incombente verso il parco della Villa». Oltretutto sono stati tagliati alcuni alberi secolari, tra cui la maestosa Picea abies pendula major, per dare la vista sul Monte Generoso. Questi sono alcuni fra gli elementi che confermano quanto la relazione dell'arch. Reinhart non sia stata recepita né teoricamente né praticamente dal PPVA in vigore: le citazioni della Relazione presenti nel Rapporto preliminare municipale del 2011 e negli atti seguenti risultano pertanto non corrette. È comunque importante leggere tutta la relazione dell'arch. Reinhart per farsi l'idea precisa dello studio articolato e coerente che unisce teoria e progetto pratico (entrambi non rispettati dal PPVA e dalle varianti) in un'unità d’intenti che nasce dall'unità paesaggistica e culturale del comparto di Villa Argentina. Interrogato dalla Commissione delle opere pubbliche nel 2014 circa la sua posizione odierna l'arch. Reinhart ha detto che è favorevole alla conservazione integrale del Parco senza possibilità edificatorie. Evidentemente oggi le condizioni sono fondamentalmente cambiate e la necessità di aumentare gli indici edificatori concentrandoli in una determinata area così da permettere l'acquisto di Villa Argentina – questo era l'essenza del mandato ricevuto dall'arch. Reinhart – non sussiste più. Pertanto l'area corrispondente al fmn 3043 non deve più soggiacere a una visione utilitaristica – merce di scambio – ma deve essere riconosciuta per il suo inestimabile valore storico-artistico e paesaggistico.

2. Il Dipartimento del territorio

Ho chiesto di chiamare in audizione i responsabili del Dipartimento del territorio per chiarire diversi punti del loro Rapporto preliminare assai complesso e articolato. Il Dipartimento ha accettato che la Commissione rivolgesse domande per iscritto e ha preso posizione in data 27 aprile 2015. Dalle risposte emergono diversi elementi chiarificatori, alcuni sostanzialmente contrari a proposte puntuali avanzate dal Municipio; cito stralci delle tre principali posizioni dipartimentali: «i principi cantonali adottati per il restauro di parchi e giardini storici nel nostro Cantone sono quelli enunciati nella Carta dei giardini storici detta "Carta di Firenze" del 21 maggio 1981. Essa è elaborata dal Comitato internazionale dei giardini storici ICOMOS-IFLA, peraltro menzionata nel documento Principi per la tutela dei monumenti storici edita dalla Commissione federale dei monumenti storici nel 2007» (pagina 1), «il Dipartimento ha espressamente chiesto al Municipio di modificare il perimetro nei sensi esposti e non si è limitato a formulare un suggerimento» (pagina 3) e «il Comune non ha solo la facoltà, ma anche l'obbligo di attuare, con il Piano regolatore, una vera ed efficace protezione delle costruzioni di importanza storico-architettonica» (pagina 4). Accogliamo e inseriamo nelle proposte di emendamento tali suggerimenti poiché rispecchiano la nostra volontà di avere un approccio globale per l'area da salvaguardare nelle sue caratteristiche architettoniche e urbanistiche.

II.L EMENDAMENTI PROPOSTI PER LE NAPR:

Dalle argomentazioni precedenti discende la proposta dei seguenti emendamenti: [...] per questo capitolo invito a vedere il rapporto sul sito internet del Comune poiché sono differenziati in colore

II.M Conclusioni

Grazie all'approvazione degli emendamenti proposti in questo rapporto la variante pianificatoria in esame potrà rispondere correttamente ai principi internazionali riconosciuti e applicati per aree urbanisticamente e paesaggisticamente di valore così elevato e in particolare per i parchi storici. Nel contempo le basi legali fondate sulla Carta dei giardini storici e sui Principi per la tutela dei monumenti storici permetteranno di valorizzare il Parco di Villa Argentina salvaguardando il suo elevato valore storico-artistico e garantendone nel contempo un uso moderno. In tal modo il Consiglio comunale risponderà alla richiesta di 2'870 cittadini di Mendrisio che desiderano che il Parco di Villa Argentina sia ricostituito e messo a disposizione della cittadinanza quale area verde pregiata di svago, come richiesto dalla petizione Un magnifico Parco per il Magnifico Borgo.

Tiziano Fontana, capogruppo I VERDI

INDICE I Come pianificare un'area «singolarmente connotata per la magnificenza»? p. 1 I.A La tutela del Cantone: decisa nel 1985 e tolta parzialmente nel 1989 p. 4 I.A.1 Motivi e portata della tutela legale da parte del Cantone p. 4 I.A.2 La rinuncia alla tutela della parte alta del parco: una questione di convenienza p. 4 I.B Villa Argentina e il suo Parco: un esempio sapiente nel solco di una tradizione secolare p. 5 I.B.1 La tradizione rinascimentale p. 5 I.B.2 Il legame tra Villa Argentina, parco e intorno naturale p. 7 II. La variante pianificatoria del PP di Villa Argentina p. 10 II.A La richiesta della popolazione tramite la petizione «Un Magnifico Parco per il Magnifico Borgo» e la mozione del 2009»; la presa di posizione del Municipio p. 10 II.B Il mandato approvato dal Consiglio Comunale nella seduta del 5 settembre 2011 e il mancato rispetto da parte del Municipio p. 13 II.C Il mandato attribuito dal Municipio al pianificatore comunale Studi Associati SA p. 13 II.D La prima proposta pianificatoria (maggio 2012) del Municipio p. 14 II.E L'esame preliminare del Dipartimento del territorio p. 16 II.F La pubblicazione della variante 2012 e le osservazioni dei cittadini p. 18 II.G Lo Studio «Campus di Mendrisio. Nuove strategie per il futuro sviluppo paesaggistico del Campus dell’Accademia di architettura» p. 18 II.H La proposta pianificatoria definitiva (2014) del Municipio p. 21 II.I lavori commissionali: due approfondimenti p. 25 II.I.1 La Relazione dell'arch. Fabio Reinhart p. 25 II.I.2 Il Dipartimento del territorio p. 29 II.L Emendamenti p. 29 II.M Conclusioni p. 32

Rapporto di minoranza Variante PP Villa Argentina - IV Parte
Condividi post
Repost0

commenti

Presentazione

  • : Blog di parcodivillaargentina.over-blog.it
  • : salvaguardare il Parco di Villa Argentina (Mendrisio) come bene comune; riflettere sul territorio e sul paesaggio del Mendrisiotto e sulla qualità di vita dei suoi abitanti
  • Contatti