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21 giugno 2011 2 21 /06 /giugno /2011 23:36

Pubblichiamo l'articolo apparso su La Regione di lunedì 20 giugno 2011 a firma Stefano Pianca.

Consigliamo di leggerlo perché permette di capire la voragine che sta tra il dire e il fare di certi politici. Chi desidera avere il quadro completo di cosa sta avvenendo a Lugano può andare a leggere gli articoli del prof. Furrer che abbiamo riprodotto e che sono un capolavoro di intelligenza e di amore per una città - e un territorio, il nostro Ticino - che era bella.  

 

A Lugano qualcuno non si è reso conto di quanto è avvenuto a Milano: a Milano c'è lo smog e pure il PGT (piano di governo del territorio approvato sotto il sindacato di Letizia Moratti che prevede una cementificazione assurda e speculativa), sicuramente; ma ora si respira un altro tipo di aria, culturale e politica in senso lato (che prima o poi giungerà anche in Ticino: speriamo il più presto possibile altrimenti ci demoliscono tutto: i quartieri storici, le ville, i parchi storici, l'identità e pure l'anima!).

 

Ecco l'articolo:

 

 

"Il Municipio sta valutando se ritirare il messaggio per la tutela dei beni culturali

 

Vogliono demolire la Variante

 

C’è chi si lava la bocca di domenica col “baustopp” generale e poi di mercoledì indietreggia, timoroso, davanti a un “microblocco” edilizio? Forse perché maggiorato di 33, pregevoli, edifici? Speriamo non sia il caso. Non è un mistero che il recente rapporto della Commissione della Pianificazione sulla Variante beni culturali sia risultato assai indigesto a più di un membro del Municipio di Lugano. E forse a qualche proprietario. I commissari, rammentiamo, avevano lavorato a tempo di record per portare la trattanda in seduta di Consiglio comunale a fine giugno. Però non con sciatteria, tanto da impegnarsi nell’aumentare di 33 unità il numero degli edifici cittadini meritevoli di una protezione in virtù del loro valore storico e architettonico: in pratica si era trattato di un ritorno alla lista stilata nel 2006 da specialisti del Comune e del Cantone, prima del taglio di 35 oggetti da parte dell’Esecutivo.

Lì posizionata l’asticella, la Pianificazione ha chiesto di saltare un po’ più in alto. Ma il Municipio di Lugano, appesantito di mattoni e calcestruzzo, non è Sotomayor. Così, invece di saltare più in alto, adesso tutto rischia di saltare... in aria.
Ne risulta piena evidenza nella convocazione alla seduta del Consiglio comunale dei prossimi 27-28 giugno, dove del messaggio 8077 non vi è alcuna traccia. Sparito! “Beh, lo si voterà in piena estate”, penseranno i più ottimisti. In realtà circola voce che la Variante, vitaminizzata dalla Pianificazione, potrebbe venir ritirata dallo stesso Esecutivo. Una scelta controcorrente, visto che ormai anche i sassi sanno che il tema della tutela del patrimonio identitario si sta radicando nel cuore dei cittadini elettori.
Il mancato inserimento del messaggio lascia evidentemente l’amaro in bocca a chi, coi colleghi, vi ha lavorato. Come il consigliere comunale Giordano Macchi (Plr): «Come vicepresidente della Commissione della Pianificazione, in sostituzione di Valentino Gilardi in malattia, sono molto sorpreso di questa scelta dell’Esecutivo – afferma da noi interpellato –. Perché noi tutti ci siamo fatti in quattro, e in particolare i relatori, per giungere a un rapporto nei tempi previsti per la seduta. Tutta la Commissione si aspettava questo tema all’ordine del giorno . Il Municipio – prosegue Giordano Macchi – aveva fatto studi molto approfonditi e anche noi abbiamo lavorato e lavorato a fondo ». Dunque? «Dunque questa scelta mi risulta incomprensibile. Ravvisiamo inoltre una certa urgenza perché i cittadini si aspettano risposte su questo tema e anche i proprietari hanno diritto di sapere che cosa succede sulle loro proprietà ».
Stupore giunge anche da un consigliere della Gestione, Gianrico Corti (Ps): «La Commissione della Pianificazione ha lavorato con rapidità, giungendo oltretutto a un rapporto unanime. Era perciò più che naturale che la Variante trovasse posto nell’ordine del giorno. A questo punto mi viene il grosso dubbio che questo agire preluda a un ritiro del messaggio. Un ritiro che equivarrebbe a non rispettare questi edifici considerati da proteggere. E questo sarebbe gravissimo »".

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