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7 agosto 2011 7 07 /08 /agosto /2011 22:20

Riprendiamo una parte dell'intervista che la giornalista de La Regione, Daniela Carugati, ha fatto al Sindaco di Mendrisio (cfr. edizione del 29 luglio 2011).

A quanto pare il municipiodi Mendrisio ha "deciso di mantenere per intero" il parco di Villa Argentina: ma se si legge il messaggio municipale concernente la mozione fatta in difesa del parco si vedrà che l'esecutivo lascia aperta la possibilità edificatoria in funzione di opere scolastiche o universitarie: si dovrà chirire la questione e, se fosse il caso, si continuerà la battaglia in difesa dell'area verde!

Tutta da interpretare è la frase "questa è la volontà politica del Municipio: dove ci sono dei valori veri andiamo a conservarli": i "valori veri" dei municipali sono i veri valori dei cittadini? Abbiamo un forte dubbio: infatti se si rilegge il rapporto preliminare del municipio del 2010 (conviene ed è indispensabile per ricordare a che bassezze sono scesi) non si può che rimanere allibiti: allora quel terreno non aveva alcun valore mentre ora sì; ma che politica è mai questa?  

Torneremo in un'altra occasione su  altri punti che abbiamo messo in evidenza perché particolarmente interessanti.

 

Diamo anche un'informazione sul terreno privato. Un "angelo custode" del comparto di Villa Argentina ci ha segnalato a metà luglio che operai stavano togliendo le modine dall'area retrostante il muro del belvedere protetto (ma lasciato andare in malora): troverete le relative fotografie nella rubrica specifica che ritraggono il prato, tornato libero da quei pali che sembravano scheletri infernali.

Chissà perché sono stati tolti (con tanto di motosega): forse in vista della votazione del Consiglio comunale di settembre? 

 

 

"La città Mendrisio, secondo Croci  (La Regione, 28 luglio 2011)

(...)

Quell’idea di città
Da subito Mendrisio si aspetta di ricevere un sostegno finanziario base – pena lo ‘stop’ alla fusione –, almeno un aiuto ‘mini’ come l’aggregazione. O meglio come una tappa intermedia in un disegno più grande. Da sindaco, la ‘sua’ città se la figurava così fin dall’inizio? È la stessa che adesso le si para davanti? « Qualche idea l’ho sempre avuta – ci risponde Croci –. Certo poi ti arriva l’Università, e questo non lo puoi prevedere. E l’Usi è stata la grande opportunità di Mendrisio. Un’opportunità non programmabile. È stato in assoluto il primo dossier che mi sono trovato sul tavolo da sindaco, e che, come amministrazione, abbiamo seguito a fondo. Ma l’idea della città, dell’equilibrio, del polo economico le ho sempre avute in testa, anche per formazione scolastica ». A proposito di università e di opportunità: è stata colta davvero appieno (anche dalla popolazione)? « Penso proprio di sì, pensando alla sua valenza in una realtà territoriale come quella del capoluogo. Eppoi siamo ancora agli inizi: l’Accademia e l’Usi sono molto giovani. È un investimento costante nel tempo, da coltivare da parte del governo come dei Comuni. E ancora di più l’università, gli studi d’eccellenza rappresentano una delle grandi risorse del Ticino. Fra qualche anno con Alp-Transit il cantone potrebbe diventare solo un territorio di passaggio, con un’istituzione universitaria riusciamo a trattenere degli interessi. Altrimenti, Zurigo dialoga con Milano e noi facciamo da spettatori. Ecco perché non abbiamo esitato un attimo, anche ora nell’acquisire il terreno che darà modo di realizzare l’insediamento della Supsi nel comparto della stazione, una scelta in se stessa innovativa quanto straordinaria, che amplierà il bacino di riferimento ».
... e di territorio
Mendrisio si è ritrovata fra capo e collo anche un’altra occasione, quella di poter ripensare il territorio. Memore anche di quanto capitato sulla piana di San Martino. «San Martino è sicuramente un tema. Oltre che un crocevia di traffici, un luogo ‘fast’, veloce, di incontro – sarà lì lo snodo, quindi lo scalo della linea ferroviaria Mendrisio-Varese, ndr – . Un comparto che è giusto sia regolamentato attraverso gli strumenti pianificatori. Adesso l’opera davvero necessaria è lo svincolo autostradale. La reazione a San Martino, comunque, è che là dove si incontrano i grossi traffici c’è la velocità, c’è il cemento, ma attorno cerchiamo di costruire una città consapevole, rispettosa dell’ambiente: è tutto intorno che dobbiamo proteggere il sistema. L’esempio è la scelta operata a favore del parco di Villa Argentina, che si è deciso di mantenere per intero, trasferendo invece gli indici edificabili nella zona del campus universitario, permettendo in questo modo all’università di crescere. Questa è la volontà politica del Municipio: dove ci sono dei valori veri andiamo a conservarli». Del resto, dai Comuni – Mendrisio, come Riva San Vitale, che si batte per la proprietà Brazzola, o Brusino Arsizio che si è mobilitato per Villa Patria – vengono dei segnali interessanti (e nuovi) a tutela del patrimonio storico e ambientale locale. « Penso che là dove ci sono delle costruzioni di un certo valore (come le rive del lago), se ne ha la possibilità l’ente pubblico dovrebbe cercare di recuperarle ».


Valera, non solo verde
Il nodo d’altro canto è, una volta di più, la gestione del territorio. Come a Valera. « Che è un tema complicato. La pianificazione precedente è stata completamente azzerata dal CdS, anche ragionevolmente: c’erano due Comuni – Rancate e Ligornetto, all’epoca, ndr – e due pianificazioni un po’ in competizione, pur cercando, i Municipi, di fare del loro meglio. Ci doveva essere una condivisione di vedute.
Ora fra Mendrisio – di cui Rancate è quartiere, ndr – e Ligornetto c’è un’intesa perfetta. Il tema adesso – spiega Croci – è capire le misure di Valera. È indubbio che dovrà esserci un recupero, di verde (nella parte dell’alveo del Laveggio che merita di essere rinaturata, e ci vorranno milioni per farlo) – si parla di dieci, ndr –, ma è altresì indubbio che essendo una zona, nella parte alta, già lavorativa e a contatto con le arterie stradali, quel luogo non ha alcuna vocazione verde. Stiamo quindi cercando di comprendere se una parziale, e ridimensionata, attività lavorativa, appunto nella parte alta già costruita, soppesandone bene i contenuti (non vogliamo fabbriche e capannoni) possa essere una soluzione in grado di valorizzare l’area. Certo siamo ancora in fase di studio». Non sarebbe, però, l’opportunità per avere il coraggio di osare? «Laddove esiste una vocazione lavorativa non è pensabile, anche economicamente, di annullare tutto – richiama Croci tracciando su un foglio uno schizzo di Valera –. L’unica via che abbiamo, in altre parole, è quella del compromesso. D’altro canto l’operazione sul piano espropriativo non sarebbe sostenibile, non convertendo 80 mila metri quadri a verde. Non ci si può sempre permettere di essere idealisti ». E la cifra utile e che sussurrano gli esperti è di svariate decine di milioni, come dire diversi punti di moltiplicatore. (...)"

 

 

 

 

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  • : salvaguardare il Parco di Villa Argentina (Mendrisio) come bene comune; riflettere sul territorio e sul paesaggio del Mendrisiotto e sulla qualità di vita dei suoi abitanti
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