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15 settembre 2018 6 15 /09 /settembre /2018 00:15

 

Il prossimo 23 settembre votiamo a favore di due importanti iniziative popolari riguardanti l’agricoltura: "Iniziativa per alimenti equi" (promossa dai Verdi) e "Per la sovranità alimentare" (promossa dal sindacato dei contadini romando Uniterre)!

Entrambe vogliono un’agricoltura svizzera ed estera più sana per i consumatori e per l’ambiente. In comune hanno la volontà di sostenere lo sviluppo sostenibile e l’agricoltura regionale, condizioni di lavoro eque e dazi d’importazione; i Verdi chiedono, inoltre, un’alta qualità per i prodotti importati, un commercio equo, una migliore dichiarazione dei prodotti e l’adozione di misure contro lo spreco alimentare; Uniterre rivendica più aziende piccole, più agricoltori, più superficie agricola, il divieto di OGM (per il momento esso esiste ma viene prorogato ad ogni scadenza) e prezzi giusti regolamentati dallo Stato.

Il settore agricolo e l’agricoltura più in generale sono beni vitali per una società poiché forniscono la base alimentare e curano il territorio. Dovrebbero quindi essere oggetto di una politica accorta, volta a garantire la sovranità alimentare a ogni Paese e dovrebbero essere sottratti alle logiche mercantilistiche speculative e agli appetiti della finanza.

Vediamo a livello internazionale esattamente il contrario, con le ripercussioni che ci coinvolgono, direttamente o indirettamente: Stati e fondi di investimento (anche le nostre stesse casse pensioni, banche e assicurazioni) vanno a caccia di terre agricole (land grabbing) a livello internazionale (dall’Africa all’America latina, dall’Asia al cuore stesso dell’Europa), provocando, per esempio in Asia, America latina e Africa, l’espulsione di centinaia di migliaia di contadini che vivevano sulle terre demaniali ora privatizzate e che vanno così ad ingrossare le periferie delle grandi metropoli diventando emigranti forzati che cercano il futuro altrove, Europa compresa); nelle Borse si contrattano le produzioni agricole come merce qualsiasi, con speculazioni che conducono anche all’aumento dei prezzi; i grandi distributori spuntano prezzi stracciati ai produttori agricoli costretti a cedere perché abbandonati dallo Stato.

L’ideologia liberista oggi imperante e la conseguente politica applicata dal Consiglio federale che promuove la liberalizzazione dei mercati considera l’agricoltura come un qualsiasi altro settore economico e spesso essa viene sacrificata sull’altare degli “altri interessi superiori” (finanza, industria ecc.) nelle trattative di libero scambio. La politica settoriale federale favorisce le grandi aziende agricole che aumentano sempre più la loro estensione, a detrimento delle aziende di medie e piccole dimensioni che sono invece preponderanti nelle valli e nei Cantoni di montagna.  Negli ultimi 30 anni sono scomparse 35mila fattorie e 100'000 mila posti di lavoro.

Dinamiche mondiali, nazionali e regionali suggeriscono una svolta nell’approccio all’agricoltura, alle terre agricole, alla salute umana e al cibo. Queste due iniziative vanno in questa direzione.

La Svizzera del resto non è sola in questa via, poiché anche a livello europeo si muovono agricoltori e associazioni con la campagna «Good Food, Good Farming» per attirare l’attenzione sulla prossima riforma della politica agricola comune europea, che entrerà in vigore nel 2020. Si vuole ottenere una nuova PAC europea che sostenga i piccoli agricoltori e il mondo rurale, che non incida sul cambiamento climatico o sulla sofferenza degli animali e soprattutto che fornisca cibo sano per tutti. Ciò naturalmente include la protezione di suolo, acqua, ecosistemi e biodiversità.

Spetta a noi scegliere un futuro migliore, tenendo conto anche dei cambiamenti climatici in atto che porteranno a sconvolgimenti nel commercio internazionale dei generi alimentari.

 

Tiziano Fontana, consigliere comunale i Verdi

 

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