Le priorità (Editoriale apparso su Il nostro Paese, n. 347, agosto 2022)
di Tiziano Fontana
Inverno senza neve, siccità, ondate di calore che coinvolgono il nostro territorio sono la punta di un iceberg – il collasso ambientale planetario – che inizia a causare conseguenze tragiche per tutte le categorie di viventi.
Inviti incessanti di studiosi nei diversi campi ad agire per contrastare i cambiamenti climatici riducendo le emissioni nocive e per vietare l’uso di sostanze di sintesi al fine di preservare le funzioni vitali del suolo, le fonti idriche e la biodiversità cadono in gran parte nel vuoto. Il biologo statunitense Commoner scrisse nel 1971 che «ciò che è reale nelle nostre vite, e in contrasto con la logica razionale dell'ecologia […], è l'inerzia, apparentemente senza speranza, del sistema economico e politico». Inerzia che diventa crimine tenuto conto delle conseguenze che iniziamo a vivere anche nel nostro Paese.
Se la politica latita spesso le soluzioni ai problemi sono concepite da tecnocrati che però propongono modelli desueti e nocivi poiché circoscritti a un solo aspetto, che non tiene conto dell'unità del sistema vivente.
Un esempio presentato in questo numero è dato dal progetto PoLuMe di potenziamento dell’autostrada nella tratta tra Lugano e Mendrisio con un investimento di un miliardo e ottocento milioni di franchi. L’Ufficio federale delle strade nazionali (USTRA) vuole risolvere il problema dell’afflusso del traffico di lavoratori italiani con l’ampliamento della capacità stradale: una soluzione fondata sulla prospettiva della crescita illimitata di traffico e di nuove strade. Nel «Rapporto esplicativo» del 26.1.2022 dell’USTRA si può leggere: «gli interventi di sistemazione e i progetti di ampliamento hanno conseguenze negative per l’ambiente sotto diversi punti di vista»; «misure come la corsia dinamica o sistemi di gestione del traffico possono ridurre le code, ma anche aumentare traffico ed emissioni inquinanti»; «i progetti della Fase di potenziamento 2023 hanno un impatto negativo sull’ambiente a causa dell’impermeabilizzazione del suolo, sulle falde freatiche e sul paesaggio, oltre alle maggiori emissioni inquinanti e di gas serra, nonché al superiore consumo di energia dovuti all’aumento di capacità stradale». Fino a quando continueremo a farci male con simili progetti?
Su questo tema vi sarà una manifestazione a Melano sabato 17 settembre: è importante partecipare!
Il ripensamento culturale deve riguardare anche l’urbanistica. Per riorientare la pianificazione territoriale nell'ottica della qualità urbanistica e quindi di vita nonché della salvaguardia del patrimonio culturale e naturale nel 2021 abbiamo invitato tutti i Comuni ticinesi a recepire nei Piani regolatori l'Inventario ISOS e, in particolare, gli obiettivi di salvaguardia indicati in esso così come nei rilevamenti degli insediamenti d'importanza regionale o locale. La recentissima «Guida ISOS» pubblicata dall’Ufficio federale dello sviluppo territoriale, in collaborazione anche con l'Associazione dei Comuni svizzeri e l'Unione delle Città svizzere, è concepita per favorire la conoscenza e l’adozione di questo strumento scientifico e culturale.
Le aree urbane hanno bisogno anche di una rivoluzione verde con l’incremento di alberi e aree a superficie naturale: ce ne parlerà il prof. Francesco Ferrini dell’Università di Firenze il 9 settembre, a margine dell’Assemblea annuale a cui siete cordialmente invitati.
Altro tema che coinvolge attivamente la nostra associazione è il restauro di edifici storici posti sotto protezione locale o cantonale e federale. La masseria di Cornaredo è oggetto di un intervento per renderla usufruibile a una fondazione e il progetto approvato, ora in fase realizzativa, deve molto al lavoro degli specialisti della STAN che, tramite sopralluoghi e videoconferenze con il progettista, sono riusciti a far modificare gli intendimenti iniziali. Altri casi riguardano Villa Cristina a Mezzana e il Grand Hotel di Locarno a Muralto. La STAN ha constatato lacune nell’impostazione di fondo dei progetti riguardanti questi beni culturali. Eppure la Commissione federale dei monumenti storici, presieduta dall'arch. Bernhard Furrer, ha elaborato nel 2008 i «Principi per la tutela dei monumenti storici in Svizzera», che sembrano essere ignorati o non conosciuti da molti architetti e committenti, perfino dallo Stato. Ci auguriamo che un costruttivo dialogo con progettisti e committenti possa portare a soluzioni rispettose della sostanza storica di questi edifici, quindi della loro essenza.
Una nota positiva è data dal restauro della nevèra da parte della Società cooperativa Alpe Loasa, situata in Valle di Muggio, a cui va un elogio, unitamente al MEVM che l'ha coadiuvata. Si tratta di un dono per tutta la comunità poiché il patrimonio storico è un bene di tutti.
Le tante iniziative simili proposte da associazioni, Patriziati e singoli privati in tutto il nostro Cantone sono segnali importanti di speranza e meritano sostegno.