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1 settembre 2022 4 01 /09 /settembre /2022 23:10

Le priorità  (Editoriale apparso su Il nostro Paese, n. 347, agosto 2022)

di Tiziano Fontana

Inverno senza neve, siccità, ondate di calore che coinvolgono il nostro territorio sono la punta di un iceberg – il collasso ambientale planetario – che inizia a causare conseguenze tragiche per tutte le categorie di viventi.   

Inviti incessanti di studiosi nei diversi campi ad agire per contrastare i cambiamenti climatici riducendo le emissioni nocive e per vietare l’uso di sostanze di sintesi al fine di preservare le funzioni vitali del suolo, le fonti idriche e la biodiversità cadono in gran parte nel vuoto. Il biologo statunitense Commoner scrisse nel 1971 che «ciò che è reale nelle nostre vite, e in contrasto con la logica razionale dell'ecologia […], è l'inerzia, apparentemente senza speranza, del sistema economico e politico». Inerzia che diventa crimine tenuto conto delle conseguenze che iniziamo a vivere anche nel nostro Paese.

Se la politica latita spesso le soluzioni ai problemi sono concepite da tecnocrati che però propongono modelli desueti e nocivi poiché circoscritti a un solo aspetto, che non tiene conto dell'unità del sistema vivente.

Un esempio presentato in questo numero è dato dal progetto PoLuMe di potenziamento dell’autostrada nella tratta tra Lugano e Mendrisio con un investimento di un miliardo e ottocento milioni di franchi. L’Ufficio federale delle strade nazionali (USTRA) vuole risolvere il problema dell’afflusso del traffico di lavoratori italiani con l’ampliamento della capacità stradale: una soluzione fondata sulla prospettiva della crescita illimitata di traffico e di nuove strade. Nel «Rapporto esplicativo» del 26.1.2022 dell’USTRA si può leggere: «gli interventi di sistemazione e i progetti di ampliamento hanno conseguenze negative per l’ambiente sotto diversi punti di vista»; «misure come la corsia dinamica o sistemi di gestione del traffico possono ridurre le code, ma anche aumentare traffico ed emissioni inquinanti»; «i progetti della Fase di potenziamento 2023 hanno un impatto negativo sull’ambiente a causa dell’impermeabilizzazione del suolo, sulle falde freatiche e sul paesaggio, oltre alle maggiori emissioni inquinanti e di gas serra, nonché al superiore consumo di energia dovuti all’aumento di capacità stradale». Fino a quando continueremo a farci male con simili progetti?

Su questo tema vi sarà una manifestazione a Melano sabato 17 settembre: è importante partecipare!

Il ripensamento culturale deve riguardare anche l’urbanistica. Per riorientare la pianificazione territoriale nell'ottica della qualità urbanistica e quindi di vita nonché della salvaguardia del patrimonio culturale e naturale nel 2021 abbiamo invitato tutti i Comuni ticinesi a recepire nei Piani regolatori l'Inventario ISOS e, in particolare, gli obiettivi di salvaguardia indicati in esso così come nei rilevamenti degli insediamenti d'importanza regionale o locale. La recentissima «Guida ISOS» pubblicata dall’Ufficio federale dello sviluppo territoriale, in collaborazione anche con l'Associazione dei Comuni svizzeri e l'Unione delle Città svizzere, è concepita per favorire la conoscenza e l’adozione di questo strumento scientifico e culturale.  

Le aree urbane hanno bisogno anche di una rivoluzione verde con l’incremento di alberi e aree a superficie naturale: ce ne parlerà il prof. Francesco Ferrini dell’Università di Firenze il 9 settembre, a margine dell’Assemblea annuale a cui siete cordialmente invitati.

Altro tema che coinvolge attivamente la nostra associazione è il restauro di edifici storici posti sotto protezione locale o cantonale e federale. La masseria di Cornaredo è oggetto di un intervento per renderla usufruibile a una fondazione e il progetto approvato, ora in fase realizzativa, deve molto al lavoro degli specialisti della STAN che, tramite sopralluoghi e videoconferenze con il progettista, sono riusciti a far modificare gli intendimenti iniziali. Altri casi riguardano Villa Cristina a Mezzana e il Grand Hotel di Locarno a Muralto. La STAN ha constatato lacune nell’impostazione di fondo dei progetti riguardanti questi beni culturali. Eppure la Commissione federale dei monumenti storici, presieduta dall'arch. Bernhard Furrer, ha elaborato nel 2008 i «Principi per la tutela dei monumenti storici in Svizzera», che sembrano essere ignorati o non conosciuti da molti architetti e committenti, perfino dallo Stato. Ci auguriamo che un costruttivo dialogo con progettisti e committenti possa portare a soluzioni rispettose della sostanza storica di questi edifici, quindi della loro essenza.

Una nota positiva è data dal restauro della nevèra da parte della Società cooperativa Alpe Loasa, situata in Valle di Muggio, a cui va un elogio, unitamente al MEVM che l'ha coadiuvata. Si tratta di un dono per tutta la comunità poiché il patrimonio storico è un bene di tutti.

Le tante iniziative simili proposte da associazioni, Patriziati e singoli privati in tutto il nostro Cantone sono segnali importanti di speranza e meritano sostegno.

 

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5 ottobre 2019 6 05 /10 /ottobre /2019 00:01

In via Campo Sportivo stanno abbattendo la villetta che sarà sostituita dalla solita palazzina speculativa : i lavori di abbattimento sono stati fatti senza getti d'acqua per limitare la polvere : l'asilo sud è stato invaso da polvere per giorni, da quanto mi è stato comunicato da persone del quartiere

ma trovandosi il cantiere di fianco a un edificio scolastico, l'Ufficio tecnico non avrebbe dovuto eseguire controlli particolari? 

Lavori in corso in via Campo Sportivo
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2 ottobre 2019 3 02 /10 /ottobre /2019 22:46

Mendrisio, 29.09.2019

INTERROGAZIONE

Piano regolatore di Mendrisio «abbondantemente sovradimensionato» e Piano direttore comunale

 

Signori Sindaco e Municipali,

il Consiglio di Stato quando ha approvato, nel novembre 2000, la revisione del Piano regolatore di Mendrisio – oggi quartiere di Mendrisio – ha osservato che:

«[…] si può affermare che il Piano delle zone edificabili del Comune di Mendrisio è da considerare abbondantemente sovraddimensionato in relazione ad un'ipotesi di sviluppo realistica per i prossimi 15 anni. Si manifesta quindi una incongruenza con i principi della pianificazione, segnatamente con gli articoli 15 LPT e 24 LALPT e con il Piano direttore cantonale, cui occorre porre rimedio escludendo a priori gli ampliamenti della Zona edificabile e promuovendo dei dezonamenti laddove consentito dalla situazione insediativa, infrastrutturale e territoriale. 

Si osserva che anche la giurisprudenza ha ribadito che le Zone edilizie sovraddimensionate non solo sono inopportune, ma sono di fatto illegali (cfr DTF 119 Ib 124 consid. 4, 115 Ia 384 consid. 4a, 114 la 254 consid. 3a). 

Il previgente Piano regolatore è stato concepito ed adottato negli anni settanta, con una situazione legislativa e dinamiche territoriali e demografiche sostanzialmente differenti da quelle attuali. La pianificazione dispone ora di strumenti legislativi e pianificatori di ordine superiore, dai quali la pianificazione locale non può fare astrazione. […] 

Dai dati contenuti nel Rapporto di pianificazione (v. pto 10, pag. 62) risulta che la contenibilità teorica a pieno sfruttamento (zone edificabili) è di circa 22'450 UI, men­tre allo stato "attuale" (1990) le Ul corrispondono a circa 13'950».

 

Purtroppo, il Consiglio di Stato nel 2000 in nome della pretesa «autonomia comunale» – secondo un'interpretazione che riteniamo arbitraria poiché l'autonomia non può condurre alla violazione dei principi pianificatori contenuti nella Costituzione e nella Legge sulla pianificazione del territorio e, di fatto, alla creazione di zone edilizie illegali – ha approvato un PR abbondantemente sovradimensionato, con le catastrofiche conseguenze che stiamo vivendo a livello di distruzione del tessuto storico più antico e pregiato nonché di potenziali beni culturali, di banalizzazione delle aree edificate, della scomparsa di salutari e indispensabili aree verdi, di speculazione fondiaria, di caos viario, di inquinamento fonico e dell'aria, di peggioramento della qualità di vita.

Inoltre, le statistiche più recenti pubblicate dall'Ufficio di statistica del Cantone lo scorso 9 settembre con i dati riferiti al 1° giugno 2019, indicano che Mendrisio è il terzo Comune – dopo Chiasso e Locarno – nella classifica dei Comuni con più abitazioni vuote, con il 3.3%, quando la media cantonale è del 2.29% mentre quella nazionale è dell'1.66%. Una dimostrazione che non si sta costruendo perché vi è una reale domanda ma per la rendita fondiaria resa possibile dal sovradimensionamento illegale delle zone edificabili.

 

Ciò premesso, porgo le seguenti domande:

1. Quale è la contenibilità teorica a pieno sfruttamento (zone edificabili) calcolata nel 2015 per il Quartiere di Mendrisio e quale è lo stato attuale delle sue Ul?

2. Il Piano direttore comunale si distanzia finalmente dall'ideologia della crescita illimitata sulla quale si sono fondati i PR precedenti tanto dell'odierno Quartiere di Mendrisio quanto degli altri nove ex Comuni, per dare finalmente un indirizzo qualitativo, come chiesto dai Verdi con la mozione del 2013 sul PR unico?  

3. Il Municipio intende ridurre le zone edificabili sovradimensionate, definite illegali dal Tribunale federale, o ridurre gli indici di sfruttamento in determinati quartieri e lungo determinate vie?  

4. Il Municipio intende o no compensare l'aumento delle UI conseguenti alla densificazione che si vuole favorire in determinati comparti, come quello speciale "a" Stazione FFS?

Ringraziando per l’attenzione porgo distinti saluti.

Tiziano Fontana, consigliere comunale i Verdi

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3 marzo 2019 7 03 /03 /marzo /2019 22:36

Pubblico l'istanza inviata alla Sezione degli enti locali affinché il Municipio di Mendrisio sia obbligato a rispettare non solo l'Ordinanza federale sulla pianificazione del territorio ma anche i principi pianificatori sanciti dalla nostra Costituzione mettendo a disposizione di qualsiasi cittadino questo strumento previsto dalla legge, che dovrebbe servire ai consiglieri comunali per valutare i Piani regolatori e le revisioni: in sette anni di politica non ho sentito nessun collega chiedere di poter consultare questo strumento, figurarsi se qualcuno mi ha sostenuto nella rivendicazione di averlo a disposizione. Vedremo quali scuse si inventeranno le Autorità per giustificare questo stato di cose. 

Tiziano

 

Istanza di intervento (art. 196 a LOC) in merito al rifiuto da parte del Municipio di Mendrisio di permettere l'accesso al compendio dello stato dell'urbanizzazione

Egregi signori,

con la presente istanza chiedo alla Sezione degli enti locali di intervenire e obbligare il Municipio di Mendrisio a rispettare la legislazione federale e cantonale e di mettere a disposizione il compendio dello stato dell'urbanizzazione, il cui accesso è stato negato formalmente tramite la risposta che l'Esecutivo ha dato in data 8 febbraio 2019 (allegato 1) alla mia interrogazione Accesso ai dati per comprendere la contenibilità e le riserve effettive dei dieci Piani regolatori del Comune di Mendrisio del 31 dicembre 2018 (allegato 2).

  1. Diritto di accedere al compendio ed esercizio democratico del mandato di consigliere comunale

La Legge organica comunale stabilisce che il Legislativo adotta e modifica il PR (art. 13 LOC). Per svolgere questo compito il consigliere comunale deve poter accedere agli strumenti tecnici previsti dalle leggi. Tra questi strumenti vi è il compendio dello stato dell'urbanizzazione, menzionato nell'articolo 31 dell'Ordinanza federale sulla pianificazione del territorio (OPT), che prevede:

«Art. 31 Compendio dello stato dell’urbanizzazione

1 L’ente pubblico stende un compendio dello stato dell’urbanizzazione necessario all’adempimento dei compiti d’urbanizzazione giusta il diritto federale e il diritto cantonale.

2 Il compendio indica le parti della zona edificabile che, sulla base della pianificazione e urbanizzazione concluse, sono pronte all’edificazione o che, continuando in modo mirato le prestazioni finora fornite, potranno presumibilmente essere pronte all’edificazione entro cinque anni.

3 L’ente pubblico segue lo sviluppo edilizio, rileva le riserve d’utilizzazione nel comprensorio già edificato in larga misura e aggiorna il compendio.

4 Il compendio può essere consultato da chiunque».

Ne consegue che qualsiasi cittadino, in ogni momento, deve poter consultare il compendio, che deve essere costantemente aggiornato.

A maggior ragione un consigliere comunale del nuovo Comune di Mendrisio, che è tenuto a decidere sui messaggi municipali concernenti revisioni dei singoli Piani regolatori o varianti pianificatorie dei dieci Quartieri, deve poter accedere ai dati del compendio se vuole approfondire i documenti pianificatori e avere una visione d'insieme valida per tutto il territorio del nuovo Comune, come impone l'ordinamento giuridico in materia pianificatoria.

Ricordo che una tra le principali giustificazioni all'origine del processo aggregativo di Mendrisio fu la necessità di dare una coerenza pianificatoria all'intero territorio: come si può rispondere seriamente a questo obiettivo condiviso se cittadini e consiglieri comunali sono privati di uno strumento basilare quale è il compendio?

  1. Richieste rivolte al Municipio per potere visionare il compendio

In qualità di consigliere comunale in carica dal 2013 ho chiesto a più riprese, tanto in Commissione della pianificazione quanto in sedute del Consiglio comunale, la possibilità di accedere a questo documento per prendere conoscenza della contenibilità dei dieci Piani regolatori del Comune di Mendrisio e avere una visione generale delle possibilità edificatorie effettive.

Nel maggio 2015 sono stati forniti i dati sul potenziale edificatorio, in risposta alle mie domande commissionali riferite al MM 54/2014 Concessione del mappale n. 565 RFD Mendrisio in diritto di superficie per la costruzione di alloggi a pigione: per esempio, per il quartiere di Mendrisio, al 31.12.2014, le unità insediative (UI) esistenti erano 6'971, mentre le unità insediative potenziali erano 22'450. Il Municipio però scriveva che «questi numeri sono poco rappresentativi in quanto non tengono conto delle reali possibilità pratiche di costruire. (…) L’analisi sistematica di ogni mappale, compendio recentemente richiesto dal Dipartimento del territorio, permetterà di ottenere valori più attendibili o meglio corrispondenti alla situazione reale». Malgrado nuove richieste da me avanzate l'analisi sistematica di cui sopra, nel frattempo svolta e trasmessa al Dipartimento del territorio, non è stata messa a disposizione.  

Con l'interrogazione «Accesso ai dati per comprendere la contenibilità e le riserve effettive dei dieci Piani regolatori del Comune di Mendrisio» del 31 dicembre 2018 ho nuovamente chiesto di rispettare la legislazione federale e di mettere a disposizione il compendio; con risposta dell'8 febbraio 2019 il Municipio nega nuovamente la possibilità di accedere al compendio – «il Municipio ritiene infatti che i dati del Compendio, senza le opportune chiavi di lettura (considerazione della soglia di saturazione secondo le indicazioni del Cantone) e oltremodo superati, possano prestarsi a interpretazioni fuorvianti» – e aggiunge che «si rileva inoltre che anche a seguito delle numerose edificazioni avvenute durante il periodo intercorso dall’elaborazione del compendio 2015 (principalmente nei Quartieri che presentano zone R3, R4 e R5), i dati di quest’ultimo non sono più da considerarsi aggiornati».

3.      Necessità di consultare il compendio

Il Consiglio comunale ha in esame tre messaggi municipali riguardanti varianti di piano regolatore per i tre Quartieri di Besazio, Genestrerio e Mendrisio che si basano anche sui dati del compendio, come indicato nella risposta dell'8 febbraio 2019 del Municipio a una serie di domande che ho posto sulla revisione del PR di Besazio (pagina 2: «Per la contenibilità si fa riferimento ai dati forniti dal compendio del 2015»).

A proposito della revisione del PR di Besazio il Cantone, nel suo Esame preliminare del 17 marzo 2009, indicava che «lo stato del compendio diventa in sede di revisione del PR strumento alquanto utile per meglio comprendere le potenzialità edilizie residue effettive. Il Municipio è pertanto invitato ad elaborare il piano del compendio al fine di verificare, in linea con i principi della pianificazione, segnatamente con gli articoli 15 LPT (…) e il Piano direttore cantonale, la necessità del prospettato incremento delle unità insediative (…)». Tale affermazione è valida per qualsiasi Comune e qualsiasi Piano regolatore.

Pertanto la consultazione del compendio è indispensabile al lavoro di un consigliere comunale che vuole svolgere la sua funzione responsabilmente.

Il diniego deciso dal Municipio di Mendrisio impedisce l'esercizio democratico di un compito che la Legge organica comunale attribuisce ai consiglieri comunali.

4.      Conclusioni

Visto quanto precede chiedo che:

la Sezione degli enti locali intervenga affinché il Municipio rispetti la legislazione federale, segnatamente la LPT e l'art. 31 OPT, e cantonale e consenta la consultazione del compendio aggiornato.    

Con i migliori saluti.

Tiziano Fontana, Consigliere comunale i Verdi di Mendrisio

 

 

Allegati:

1. Risposta del Municipio di Mendrisio dell'8 febbraio 2019.

2. Interrogazione Accesso ai dati per comprendere la contenibilità e le riserve effettive dei dieci Piani regolatori del Comune di Mendrisio del 31 dicembre 2018.

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6 dicembre 2017 3 06 /12 /dicembre /2017 23:35
gru e speculazione grazie ai Piani Regolatori dei partiti del cemento

gru e speculazione grazie ai Piani Regolatori dei partiti del cemento

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10 novembre 2017 5 10 /11 /novembre /2017 21:11

 

Sezione ticinese di Heimatschutz

Casella postale 1146

via Borghese 42

6601 Locarno

T 091 751 16 25                                                           

Ai Municipi di Balerna e Morbio Inferiore

 

                                                                                    Locarno/TF, 9 novembre 2017

 

OSSERVAZIONI

 

inoltrate dalla STAN, Società ticinese per l’arte e la natura, Locarno, alla Variante di piano regolatore intercomunale nei comuni di Balerna e Morbio Inferiore, comprensorio Bisio – Serfontana.

 

In ordine:

Il termine per presentare le osservazioni scade oggi e pertanto le stesse sono tempestive.

 

In fatto e in diritto:

La STAN limita le sue osservazioni alla componente naturalistica e paesaggistica.

 

Nel Rapporto di Pianificazione si può leggere che: «I Comuni di Balerna e Morbio Inferiore hanno riconosciuto la necessità di aggiornare i rispettivi Piani regolatori per quel che concerne il comprensorio a cavallo dei due comuni oggetto attualmente di una zona di pianificazione. Le potenzialità edificatorie ancora presenti, permesse dai PR in vigore, necessitano infatti di essere riviste e regolate in modo da poter scongiurare il rischio di un disordine urbanistico e funzionale insito nella dinamica di sviluppo delle zone commerciali-industriali, in assenza di una visione strategica d’insieme» e come obiettivi sono posti: «In particolare, la variante persegue i seguenti obiettivi:

  • ridurre gli attuali problemi di viabilità e di posteggi
  • migliorare le condizioni ambientali
  • creare modalità di accesso al comparto più funzionali
  • procedere ad un riordino urbanistico del comparto (riorganizzazione della viabilità interna, gestione dei posteggi, mobilità pedonale e pubblica; ridisegno del verde lungo il fiume Breggia
  • promuovere la collaborazione tra enti pubblici e privati».

 

Come si legge nell'Esame preliminare del Dipartimento del territorio alle pagine 7-9 il comparto in esame è stato fortemente manomesso nelle sue componenti naturali di particolare pregio negli anni Sessanta-Ottanta del Novecento, quando furono realizzati il tracciato dell'Autostrada A2 e dello svincolo di Chiasso e, in seguito, i centri commerciali. Anche l'espansione residenziale ha influito sulle medesime componenti.

Si condivide in linea di massima l'indirizzo espresso nel Rapporto di pianificazione laddove si indica che «iI concetto paesaggistico si fonda sul recupero, il ridisegno e la valorizzazione dell’area verde lungo il fiume Breggia».

 

Si ritiene però che quanto proposto con la variante non vada nella direzione di una reale riqualifica e pertanto si chiede che si riorienti la variante.   

Infatti, l'elaborazione di una variante pianificatoria intercomunale dovrebbe essere un'ottima occasione per rivedere gli orientamenti del passato che hanno condotto alla critica situazione attuale; la nuova variante dovrebbe essere orientata a una riqualifica del territorio e a un ridimensionamento delle aree commerciali per ristabilire almeno parzialmente un equilibrio tra sviluppo urbano ed esigenze ecologiche delle componenti naturali, così da ridimensionare la situazione compromessa con gli interventi invasivi dei decenni passati.

In questo senso si condivide l'analisi critica dello sviluppo urbano del passato contenuta nel Rapporto di Pianificazione: «(…) A questo proposito è utile osservare come nel passato (negli anni sessanta), l’intero comprensorio sia stato interessato da profonde modifiche dovute alla realizzazione dello svincolo autostradale di Bisio che ha comportato anche la correzione incisiva dell’andamento del fiume Breggia. La volontà di procedere a una rinaturalizzazione è da considerare come un recupero della memoria storica della presenza dell’acqua prima degli interventi in negativo da parte dell’uomo (incanalamento / inquinamento). Il progetto vuole pertanto essere un doveroso riconoscimento degli errori fatti come monito per le future generazioni».

Non si condivide però la gerarchia degli interventi proposti né l'essenza della variante che ha il proprio perno attorno allo sviluppo ulteriore delle attività produttive, lavorative, commerciali.

In questa logica la STAN chiede che l'obiettivo centrale della variante diventi la creazione del Parco fluviale con la rinaturazione del fiume Breggia e la riqualifica degli spazi verdi di pertinenza in modo da dare una coerenza a tutto il comparto legandolo al Parco delle Gole delle Breggia.

Come indica anche il Cantone nel suo Esame preliminare la tratta del fiume Breggia che scorre nel comparto oggetto della variante è compresa nella Pianificazione strategica cantonale di rivitalizzazione: questa tratta è ritenuta prioritaria.

Pertanto deve essere radicalmente rivisto lo spazio riservato al fiume poiché quello che risulta dai piani è troppo esiguo. In tal senso si chiede che i due Comuni di Balerna e Morbio Inferiori si coordino con il Cantone.

In merito agli spazi verdi ancora esistenti si chiede in particolare di preservare tutto il settore B Polenta, ponendolo in zona agricola (come attualmente la parte compresa nella zona di protezione S2) e AP con destinazione parco fluviale.

I prati esistenti in questo settore devono continuare a svolgere la funzione di corridoio ecologico, come avviene per la zona a nord che è componente del Progetto di interconnessione del Mendrisiotto e che viene gestita secondo criteri ecologici. Come indicato anche dal Dipartimento del territorio si deve concentrare il nuovo edificato – sempre che le previsioni a quindici anni di cui alla Lst lo giustifichino realmente – nell'area dell'attuale posteggio del Centro Serfontana, tenendo liberi tutti gli spazi oggi a verde esistenti tra la Breggia e Via Ghitello - Via Serfontana.

In questo modo si permetterebbe anche il mantenimento delle zone di protezione del Pozzo Polenta come richiesto dalla popolazione che non ritiene opportuno la dismissione di questa fonte di acqua: quest'ultima andrebbe recuperato attraverso un'operazione di bonifica.

Inoltre si chiede di stralciare qualsiasi possibilità edificatoria riferita al settore C Breggia nella parte della collina Bellavista, rilevante componente paesaggistica dell'intero comparto.  

Dando priorità a queste componenti si realizzerebbe il riorientamento della variante e si  permetterebbe di scongiurare una visione utilitaristica del verde, ridotto a componente secondaria subordinata alle attività commericali ("shopping nel verde": idea presente nel Rapporto di pianificazione).

 

Con osservanza

 

 

Società ticinese per l’Arte e la Natura (STAN)

Sezione ticinese di Heimatschutz

  Il membro di CD:                                            Il Segretario:

 

Paolo C. Minotti                    Tiziano Fontana

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24 ottobre 2017 2 24 /10 /ottobre /2017 21:48

Settimana scorsa è scaduto il termine di pubblicazione per le proposte di modifica del Piano Direttore per l'adeguamento ai nuovi disposti della Legge federale sulla pianificazione del territorio (LPT).  

Il Dipartimento ha svolto un notevole lavoro per allestire le modifiche delle schede del PD per adattarle alla revisione della Legge sulla pianificazione del territorio.

Malgrado gli sforzi compiuti vi sono diverse criticità.

Premessa: urbanizzazione insostenibile

L'urbanizzazione in atto è insostenibile:

1) per gli squilibri e i danni che causa ai processi ecologici che garantiscono la vita,

2) per i costi sempre crescenti delle nuove infrastrutture o per la manutenzione di quelle esistenti,

3) per le ripercussioni sociali legate all'espulsione del ceto medio dalle zone soggette a maggiore speculazione, in particolare nel Luganese;

eppure questo processo di urbanizzazione si fonda sulla contenibilità dei Piani regolatori (PR) e sulle tipologie degli azzonamenti vigenti. Per questo i PR di tutti i Comuni ticinesi andrebbero radicalmente rivisti.

 

1. Necessità di una modifica complessiva del Piano Direttore
I cambiamenti intervenuti con la revisione della LPT, da una parte, e la disastrosa situazione pianificatoria a livello svizzero – in Svizzera ogni secondo un metro quadrato di paesaggio viene inghiottito dal cemento o è destinato ad altro uso (stando alla statistica dell'Ufficio federale ARE) – dall’altra avrebbero dovuto condurre a un ripensamento complessivo del Piano Direttore (PD), così da poter anche portare i correttivi indispensabili alla luce dei fallimenti pianificatori materializzatisi nei Piani regolatori in vigore e nelle revisioni degli stessi intervenute dopo il 2009.

2, Necessità di cambiare i parametri per calcolare lo sviluppo demografico e la contenibilità dei Piani regolatori
Secondo i dati cantonali nelle zone edificabili sono insediate 804'000 UI effettive (348'000 abitanti, 209'000 posti di lavoro e 247'000 posti turistici); il potenziale teorico a saturazione delle stesse è 1'230'000 UI. Le previsioni di crescita all'orizzonte 2030 conducono all'ipotesi di 921'000 UI, con un incremento di 117'000 UI. Le riserve all'orizzonte dei quindici anni corrispondono a 295'000 UI.

I parametri che stanno alla base del calcolo dell'evoluzione demografica e, soprattutto, della "crescita auspicata" delle unità insediative non rispondono all'obbiettivo di uno sviluppo armonioso del Paese e della protezione delle basi naturali della vita, due principi costituzionali essenziali che non sono rispettati. Questi parametri soggiacciono all'ideologia della crescita senza limiti, un nonsenso scientifico che contraddice la strategia per uno sviluppo sostenibile adottata dalla Confederazione e dai Cantoni.

Non si condividono i parametri per il calcolo delle riserve pianificatorie sfruttabili entro quindici anni usati dalla Confederazione e di rimando dal Cantone, vale a dire le «riserve legate ai terreni liberi sono conteggiate per intero (100%), poiché giudicate più facilmente mobilitabili di quelle dei terreni sotto sfruttati, che sono di conseguenza conteggiate soltanto per 1/3 (33%)». Molte domande di costruzione inoltrate in questi anni coinvolgono edifici costruiti nell’Ottocento o Novecento e nei decenni passati (e che ovviamente non sfruttano gli indici di zona ora permessi: si tratta quindi di fondi definiti sotto sfruttati) per i quali si chiede la demolizione, proponendo la loro sostituzione con nuovi stabili che sfruttano il massimo concesso dagli indici di zona. Pertanto calcolare solo 1/3 per i terreni sotto sfruttati porta a sottovalutare le reali riserve sfruttabili (e che sono effettivamente sempre più sfruttate).

3. Il Programma d’azione comunale per lo sviluppo centripeto di qualità

L’attuale pianificazione del territorio non rispetta il principio di un'utilizzazione parsimoniosa del suolo (art. 1 della LPT e art. 75 della Costituzione federale). Le schede del Piano Direttore non sono applicate in molti casi dai Municipi (per esempio non sono applicate le misure presenti nelle schede P1 Paesaggio, P8 Territorio agricolo, P10 Beni culturali e V2 Suolo, Acqua ecc.).

Per questo motivo non si condivide lo strumento denominato «Programma d’azione comunale per lo sviluppo centripeto di qualità» così come presentato nel Rapporto esplicativo. Esso rischia di essere uno strumento pericoloso perché è allestito dal Municipio, che lo approva e che ne regola le modalità di interazione con il Consiglio comunale e la propria popolazione; non è soggetto ad approvazione da parte del Consiglio Comunale o del Cantone, pur essendo finanziato da quest’ultimo; nel contempo ha un carattere anche operativo poiché serve ad aggiornare e adattare i Piani regolatori in funzione delle esigenze poste da esso e gli viene attribuita una tale importanza da portare il Cantone a rinunciare all’allestimento dell'Esame preliminare cantonale.

Riteniamo che il Programma così come concepito non possa ricondurre la pianificazione territoriale al rispetto del principio dell’uso parsimonioso del suolo.

Inoltre, si chiede che l'Esame preliminare del Dipartimento del territorio non sia tolto e che il Programma sia sottoposto ad approvazione del Legislativo comunale, visto la portata che gli si vuole attribuire quale strumento strategico e operativo.

 

4. Lo sviluppo centripeto e il rinnovamento qualitativo degli insediamenti
Le modifiche del Piano Direttore (PD) sono volte a favorire lo sviluppo centripeto e il rinnovamento qualitativo degli insediamenti (art. 1 LPT). Questo obiettivo è imposto dalla LPT e condiviso in linea generale dai Verdi.

Le modifiche proposte dal Consiglio di Stato potranno portare a un miglioramento rispetto al PD attualmente in vigore solamente a due condizioni: 1) che siano chiariti e modificati diversi punti delle schede, come proponiamo nelle osservazioni puntuali (cfr. allegato); 2) che le misure presenti nelle schede del PD siano fatte rispettare dall'Autorità cantonale ai Municipi, evitando quanto avvenuto fino al recente passato con quelle in vigore.

Lo sviluppo centripeto di qualità è condiviso in linea generale. Riteniamo però necessario un rafforzamento di questo indirizzo. In particolare:

4.1) la volontà di procedere allo sviluppo centripeto e al rinnovamento qualitativo deve essere indirizzata correttamente dall'Autorità cantonale evitando, in particolare per i nuclei storici, per le aree monumentali e per i luoghi paesaggisticamente sensibili qualsiasi possibilità di interventi scorretti; le schede in consultazione, pur accennando a questi elementi essenziali del territorio ticinese, non garantiscono una sufficiente presa a carico delle istanze di protezione del patrimonio storico-culturale e naturale;

4.2) i progetti di densificazione di qualità dovrebbero avere per legge dei parametri di qualità di eco-quartieri, che ovunque in Svizzera e all’estero riscuotono grande interesse e gradimento presso la popolazione. In tutti i documenti messi in consultazione si parla molto di qualità del costruito ma non si menzionano mai gli eco-quartieri: questo silenzio preoccupa molto in quanto fa presagire che siamo ancora molto lontani da un reale cambiamento di qualità dell’edificato.

Infine dovrebbero essere adottate due misure: in primo luogo, uno sforzo di maggiore coordinamento delle schede del Piano Direttore riferite al patrimonio naturale e culturale; in secondo luogo, una nuova gerarchia interna al Piano Direttore che ponga la tutela del patrimonio naturale e culturale al centro della pianificazione territoriale con vincoli chiari imposti ai Comuni.

Tiziano

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25 aprile 2017 2 25 /04 /aprile /2017 21:50

Oggi in Italia si è festeggiato il giorno della festa della Liberazione o anniversario della Resistenza ed è giusto ricordarlo pensando a Piero Calamandrei, uno dei più insigni italiani del Novecento. Egli scrisse una celebre epigrafe in risposta alla sfrontatezza del comandante delle forze germaniche in Italia, Kesserling, che dopo la Guerra fu condannato a morte e poi liberato per motivi di salute e, non appena tornato libero, sostenne di non essere pentito di ciò che aveva fatto durante il suo comando ed ebbe la sfrontatezza di dire che gli italiani, per il bene che secondo lui aveva loro fatto, avrebbero dovuto erigergli un monumento. A questo criminale Piero Calamandrei rispose con la celebre epigrafe "Lo avrai camerata Kesserling":

Lo avrai camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.
Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.
Ma soltanto col silenzio dei torturati
più duro d'ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.
Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA

Nel giorno della resistenza ai totalitarismi e ai regimi liberticidi è giusto anche ricordare un'altra persona insigne del Novecento che fece della resistenza al totalitarismo del pensiero unico delle lobby economiche (e quindi politiche) un impegno di vita: la biologa e zoologa statunitense Rachel Carson scomparsa nell'aprile del 1964. Fu la prima a denunciare il pericolo dei fitofarmaci attraverso un'indagine meticolosa aiutata da scienziati di tutte le discipline: la ricerca divenne il libro Primavera silenziosa.

Essa fu attaccata dall'industria chimica, dal Dipartimento dell'agricoltura, da "scienziati" che le diedero della "donna isterica" e della comunista ...

Una donna straordinaria alla quale rivolgiamo un pensiero riconoscente, come a Piero Calamandrei, perché esempi per tutti noi e per chiunque voglia vivere nella libertà e nella ricerca, senza padroni da servire  o idoli da venerare.

Fecero quanto sentivano giusto fare, contro i totalitarismi politici o intellettuali.

Tiziano

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9 novembre 2016 3 09 /11 /novembre /2016 22:19

La costruzione della nuova rotonda, a poche decine di metri dalla chiesa di San Martino bene culturale d'interesse cantonale.

Ennesimo scempio territoriale e spreco di denaro pubblico voluto dalla partitocrazia.

a quando il trasloco della chiesa - che non "rende" ma intralcia solamente la zona industriale - al "museo" del Ballenberg?

Rotonda zona San Martino Rotonda zona San Martino
Rotonda zona San Martino
Rotonda zona San Martino Rotonda zona San Martino
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15 dicembre 2015 2 15 /12 /dicembre /2015 22:08

Pubblico l'intervento di ieri in Consiglio comunale poiché è una testimonianza su cosa vuole dire per me fare politica. i colleghi non si degnano di leggere i documenti citati dai messaggi municipali, troppa fatica. così si arriva ai fatti del Pozzo Polenta e nessun politico, che ha approvato i Piani regolatori criminali nei quali ci troviamo prigionieri e che permettono di costruire in prossimità dei pozzi di captazione dell'acqua potabile, si assume una minima responsabilità.

Anche i giornali hanno lo loro bella dose di responsabilità: sono superficiali nell'informare i cittadini delle decisioni criminali prese dai politici; salvo poi fare i titoloni quando avvengono i disastri (programmati ...).

Senza una stampa libera, critica, forte non c'è informazione seria e approfondita e non ci sono cittadini coscienti dei loro diritti e dei loro doveri e quindi non vi è vera democrazia.

Tiziano

Intervento del 14.12.2015 sul MM N. 79/2015 - Nuova strada industriale Mendrisio – Rancate. Richiesta di un credito di aggiornamento di fr. 1'140'000.— per adeguamento costo di costruzione; di fr. 860'000.— per le canalizzazioni come da PGS; di fr. 500’000.— quale partecipazione ai costi di spostamento del gasdotto principale Chiasso – Lugano

Signor Presidente, signori Sindaco e Municipali, signore e signori Consiglieri comunali,

Il gruppo dei Verdi voterà contro questo messaggio anche se la parte maggiore dei crediti di finanziamento è stata votata negli scorsi anni dai CC di Mendrisio e di Rancate.

La nostra quindi è una testimonianza della visione che hanno i Verdi dell’ambiente che ci ospita e dei preziosissimi beni naturali – acqua, terra e aria - che ci permettono di vivere.

La nostra opposizione ha due ragioni principali:

1. la prima ragione è la più banale: il dato di fatto che nuove strade generano nuovo traffico. non ripropongo i dati presenti nel rapporto di minoranza sulle previsioni di traffico con lo scenario futuro S1+ (2020), vale a dire dopo che saranno realizzate le tre grandi opere: la riorganizzazione dello svincolo autostradale; la realizzazione di via Penate e della strada industriale; l’attuazione della variante di PR di San Martino.

Ma per evitare il collasso del nucleo di Rancate previsto dal Rapporto dell’Esame sull’Impatto Ambientale il gruppo dei Verdi invita il Municipio a introdurre il più celermente possibile le misure che avete indicato nella risposta alla mia interrogazione del 26 novembre 2013 «La strada industriale Mendrisio-Rancate e le varianti di PR di San Martino Penate e Rime Brech: ancora un peggioramento della vivibilità per i cittadini?», in particolare - e cito – “le misure di moderazione e di limitazione del traffico che potranno essere introdotte e, se del caso, rese più cogenti”. Riteniamo che non sia il caso di attendere l'avverarsi dello scenario funesto S1+ (2020) per introdurre queste misure.

2. la seconda ragione deriva dall’impatto ambientale che avrà la strada industriale e che è indicato con dovizia di elementi sia nel Rapporto sull’Esame sull’Impatto Ambientale (EIA) sia nell’Avviso cantonale del 1° luglio 2014 e documenti allegati. Mi riferisco in particolare a tre aspetti:

- 1. la perdita di zona agricola: per i Verdi si deve smettere di "consumare" terreno agricolo in particolare se designato come Superfici agricole per l’avvicendamento delle colture (SAC) come nella fattispecie, pagando una semplice compensazione pecuniaria: si deve invece imporre una compensazione reale con un’area di pari estensione e qualità agricola

- 2. la distanza dal bosco: la Sezione forestale ammette candidamente che «la pianificazione non è conforme alle distanze prescritte dalla legislazione forestale» ma che essendo una strada già approvata a PR essa va comunque autorizzata! L’affermazione fatta dalla Sezione forestale ci sembra piuttosto indecente visto che spetta alla stessa Sezione vigilare affinché un PR sia rispettoso della legge federale.

- 3. La questione della protezione delle acque :

- In primo luogo il ponte sul Laveggio è stato concesso in deroga alla legge federale sulla protezione delle acque

- In secondo luogo il tracciato della strada ha una lunghezza complessiva di 1200 m: una tratta di circa 900 m si trova in zona di protezione S3; una tratta di 230 m costeggia la zona di protezione S2 del pozzo di captazione dei Prati Maggi; per 100 m si trova nel settore di protezione delle acque Au.

Di conseguenza il Cantone ha imposto di Introdurre il divieto di trasporto di merci pericolose per la nuova strada industriale Mendrisio-Rancate, con eventuali permessi speciali in deroga al divieto. Però nel MM leggiamo che «per le industrie interessate dal tracciato stradale saranno regolarmente concessi/rilasciati permessi speciali da parte dall’autorità cantonale competente».

Dopo i tragici fatti riguardanti il Pozzo Polenta di Morbio, mi chiedo questo:

se dovesse essere rilasciato un permesso speciale e se dovesse avvenire un incidente lungo la tratta di 230 metri che costeggia la zona di protezione S2 del pozzo dei Prati Maggi e se il pozzo in questione dovesse essere abbandonato chi pagherà per questo crimine? Molto probabilmente soltanto l’autista del mezzo che trasporta merci pericolose.

Non verrebbero coinvolti né i funzionari del Cantone e della Confederazione che hanno rilasciato il permesso speciale e approvato il tracciato né i politici che hanno pianificato il tracciato e la zona industriale in un luogo così prezioso e fragile.

Quel tracciato è troppo rischioso e quindi ci opponiamo.

Tiziano Fontana capogruppo i Verdi in CC

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