Pubblichiamo (in ordine cronologico) i discorsi dei Consiglieri comunali intervenuti durante la seduta del 5 settembre 2011 a favore della mozione (ringrazio i consiglieri comunali che li hanno gentilmente messi a disposizione).
Presenteremo qualche riflessione sulla seduta di CC in un altro articolo.
1. Claudia Crivelli Barella (a nome dei Verdi)
Signore e Signori,
che cos’è un parco? Un parco è l’espressione più alta che l’uomo possa lasciare sul paesaggio, è l’impronta della civiltà che si impone sulla natura. A differenza degli edifici abitativi, ecclesiastici, scolastici o logistici, muta con il mutare delle stagioni e degli anni, con il crescere degli alberi e con le diverse fioriture. Un parco, con la sua presenza, richiama l’uomo alla mutevolezza del tempo, e lo incita alla contemplazione, offrendogli ristoro e ispirazione.
Nulla a che vedere con il bosco, luogo del selvatico, popolato da cinghiali e da volpi: il parco è uno spazio altamente antropocentrico, pensato dall’essere umano per distinguere la civiltà dalla natura, utilizzando proprio i canali della natura ma imbrigliata, educata, sottomessa in parte alla volontà e all’ingegno umani.
Un parco è un’opera d’arte, e un segno chiaro della presenza di una città: un paesello di campagna può farne a meno, richiamandosi ai giardini privati per cercare la bellezza strutturata. Una città senza un parco non esiste: sarà un’accozzaglia di edifici, ma non avrà mai la dignità di un centro urbano (persino Venezia, città d’acqua, ha alcuni parchi, seppur forzatamente piccoli, e il mare funge da grande parco acquatico).
Diceva Cicerone: “e se accanto alla biblioteca vi sarà un parco, nulla potrà mancare”, illustrando in tal modo un ideale di vita per l’essere umano. Mendrisio, città slow, ha operato scelte oculate e lungimiranti, ad esempio portando una biblioteca di nuova concezione, un vero e proprio centro culturale, in pieno spazio cittadino, una struttura che ci sarà invidiata e ammirata e che porterà nuova linfa vitale nel centro urbano. Le persone accorreranno per seguire le varie attività proposte dalla biblioteca-centro culturale, sosteranno per le vie, si fermeranno nei bar e nei negozi. Ma se mancherà un parco, un’area verde in cui sostare e ritemprarsi, lo sforzo necessario per richiamare i cittadini sarà in parte vanificato.
Un parco è un luogo di socializzazione, di organizzazione di eventi, di infinite e allettanti proposte: possiamo pensare ad un chiosco, un carretto con i gelati d’estate e di marroni nella stagione fredda, delle chaise-longues con coperte di lana per l’inverno noleggiabili con possibilità di lettura di quotidiani, la visione di un film tra le fronde, il semplice contemplare le diverse fioriture e il mutevole colore delle foglie. Tutto questo sarà impossibile se immaginiamo sulle balze del prezioso parco di villa Argentina delle palazzine, le ennesime e anonime palazzine di lusso che contribuirebbero ad una bolla immobiliare ormai vicina.
Un parco può contenere delle costruzioni, se misurate: un’orangérie, una serra, un piccolo caffè. Non, certamente, degli edifici troppo ingombranti come, ad esempio, delle scuole.
Il parco è dei mendrisiensi, un po’ sbalestrati dal divenire città del loro bel borgo e che a più riprese ne hanno chiesto la tutela. I mendrisiensi di ieri meritano il nostro rispetto e il nostro ricordo. I momò di oggi e di domani hanno bisogno di innamorarsi ancora della propria città, e il parco di villa argentina è il segno tangibile e nobile di questo amore.
I Verdi, che fin dal principio hanno creduto e difeso il Parco, accolgono con soddisfazione la presa di posizione maturata nel tempo dal Municipio, e continueranno a raccogliere la volontà di quei cittadini che hanno creduto e ancora credono nella possibilità di una Mendrisio più vivibile e più bella, di cui il Parco rappresenta un tangibile segno.
2. Almero Camponovo (PPD, a titolo personale)
Gentile Signora Presidente,
Onorevole Signor Vice Sindaco, Municipali, colleghe e colleghi di CC,
Intervengo a titolo personale sul mm 83/2011. Premetto che ho da sempre sostenuto la mozione e conseguentemente appoggerò il mm.
Sono pienamente convinto che questo comparto e cioè il mappale no. 3043 RFD di Mendrisio debba essere preservato da qualsiasi edificazione privata e il nostro Comune dovrà intraprendere tutti i passi necessari per poterlo acquisire. Non sto a ripercorrere la storia del Parco, poiché altri l’hanno già fatto e in modo esauriente, contribuendo tra l’altro a far conoscere ai più giovani uno spaccato della nostra storia locale.
Il vasto terreno pianeggiante è forse l’ultimo spazio verde di cui dispone il quartiere di Mendrisio: spazio pregiatissimo, inserito in un contesto paesaggistico, storico e culturale di grande valore. Questo esteso terrazzo panoramico, così lo si può definire, che si affaccia su una parte del Mendrisiotto, non può essere disgiunto dal parco sottostante, ma dovrà essere ulteriormente valorizzato e messo a disposizione di tutti.
L’acquisto di Villa Argentina da parte del nostro Comune denota la lungimiranza dell’allora Municipio e CC, che hanno evitato di lasciare in mani private la Villa ed il parco adiacente. A distanza di più di vent’anni questa decisione e la conseguente spesa di 3'500'000 fr. stanno a dimostrare che occorre guardare avanti e non lasciarsi impressionare dalle sole cifre, seppur considerevoli. E’ vero, gli architetti Reinhart e Reichlin avevano progettato la possibilità di edificare nella zona oggetto di questo messaggio, ma occorre anche riconoscere che lo studio è stato eseguito nel 1988, ben 23 anni fa. Mi sembra inutile elencare quali significativi cambiamenti siano intervenuti in questo lasso di tempo a Mendrisio, magnifico borgo di allora, attualmente quartiere della nuova città. Di conseguenza l’utilizzo di aree di svago ed il mantenimento delle stesse è diventato di primaria importanza.
Mendrisio sembra non conoscere rallentamenti dal punto di vista edilizio: parecchi sono i cantieri aperti per la costruzione di nuove abitazioni e altri verranno aperti prossimamente. Dunque non vi è penuria di alloggi nel quartiere. Edificando la zona sopra Villa Argentina equivarrebbe ad annientare ciò che ancora di bello, inteso come verde, esiste a Mendrisio. Occorre pure valutare l’impatto ambientale nel caso in cui il sedime venisse edificato: il traffico generato confluirebbe tutto su via Villa Foresta o peggio ancora su via Alla Torre, creando non pochi problemi di viabilità alle porte del nucleo di Mendrisio. Penso all’ angusto passaggio sotto la chiesa della Torre, ma anche all’ incremento di percorrenze su via Villa Foresta. Questo aumento di traffico si riverserebbe sull’imbocco della zona pedonale e all’incrocio con via Turconi.
Per concludere mi permetto di riprendere due frasi apparse sull’Informatore del 27 marzo 2009.
La prima è la seguente:
“E’ affascinante l’idea di poter recuperare un terreno pregiato ai confini del Parco di Villa Argentina”.
La seconda dice: “Ci sono crediti che possono essere definiti effimeri e crediti (…..) che assicurano spazi fondamentali alla Città. Non si può calcolare solo il valore del terreno, perché si tratta di diventare proprietari di qualcosa di unico e irripetibile”
Per correttezza la prima frase è del nostro sindaco Carlo Croci, che ringrazio per essersi espresso in questi termini, mentre la seconda è del sindaco di Lugano Giorgio Giudici.
L’articolo sull’Informatore porta la firma di Tiziano Fontana.
3. Nicola Rezzonico (a nome del gruppo PLR)
Gentile Presidente, Egregio Signor Sindaco, Municipali, colleghe e colleghi,
A distanza di qualche anno il Consiglio Comunale è nuovamente chiamato a chinarsi sul comparto di Villa Argentina. Nel corso degli ultimi 30 anni più volte i consiglieri hanno votato pianificazioni, revisioni di PR, svincoli, acquisti di terreni e altro ancora a dimostrazione dell’interesse pubblico (e privato) che questo comparto suscita regolarmente a Mendrisio.
La differenza rispetto al passato è che questa volta l’appuntamento politico non è dettato dall’agenda politica del Municipio o dell’Amministrazione Comunale. Questa volta la spinta viene dai cittadini che si sono mobilitati, firmando una petizione e creando un’associazione a difesa del territorio, nel caso specifico a difesa del Parco di Villa Argentina.
Grazie al successo della petizione del Comitato “Ricostituiamo il Parco di Villa Argentina” si è innescato un processo di rivendicazione politica e civile unico in questi ultimi anni a Mendrisio, processo che è sfociato a livello istituzionale nella mozione che discutiamo stasera.
Il PLR ha da subito partecipato a questo azione politica e civile in difesa di un sedime di alto interesse culturale e paesaggistico. C’è stata una forte mobilitazione di tanti membri del nostro partito; la direttiva del PLR prima e in seguito il gruppo di CC hanno pubblicamente appoggiato la mozione, dando un forte segnale al Municipio e alla altre forze politiche.
Va detto con chiarezza che il nostro convincimento non nasce oggi per motivi elettorali e di interesse partitico. Infatti è agli atti che già agli inizi degli anni ‘90, in occasione dell’approvazione del Piano Particolareggiato di Villa Argentina il nostro gruppo in CC si era astenuto non condividendone i contenuti, definiti troppo generosi in termini di edificabilità.
Oggi non saliamo su un carro che speriamo vincente. Il PLR è su questo carro da tanti anni.
Evidentemente non è nostra abitudine attribuirci tutto il merito qualora la mozione venisse approvata, ma è corretto sottolineare il ruolo politico fondamentale che il nostro partito ha avuto in questa vicenda. Riconosciamo senza ombra di dubbio la decisiva azione civile del Comitato “Ricostituiamo il Parco”, nonché il determinante appoggio dei Verdi, di Lega/UDC e di Insieme a Sinistra.
All’appello manca il partito di maggioranza, di cui importanti membri della Commissione ad hoc hanno firmato il rapporto di minoranza contrario alla mozione.
Auspichiamo che non tutti gli esponenti del PPD condividano le conclusioni del rapporto di minoranza e che anzi sposino le considerazioni del rapporto di maggioranza a favore della ricostruzione del Parco di Villa Argentina.
Sarebbe un segnale importante in vista dei successivi passi che il Municipio dovrà intraprendere per raggiungere l’obbiettivo finale della mozione.
Siamo infatti a metà del guado di un fiume che nasconde ancora altre insidie e pericoli. Con il voto di oggi si fa un passo verso il Parco importante ma non decisivo.
Questa sera la palla torna nel campo del Municipio, al quale spetterà il dovere di avviare una variante di PR da sottoporre al CC. Il Municipio, come scritto nel messaggio, dovrà anche aggiornare il Piano delle Opere Prioritarie, in particolare portare il grado di priorità per questa operazione da 3 a 1.
Auspichiamo anche che i tempi di queste tappe siano i più brevi possibili onde evitare inutili rallentamenti.
A proposito di contenuti, una proposta che faccio, questa volta a titolo personale, è di istituire una Commissione culturale che in futuro si occupi della gestione del Parco, una commissione che possa far vivere il Parco per sfruttarne tutte le potenzialità e i cui membri inizialmente potrebbero essere gli stessi del Comitato “Ricostituiamo il Parco di Villa Argentina”.
Inoltre, a parlo nuovamente a nome del gruppo, sarebbe politicamente opportuno che il Municipio affidi l’imminente conduzione della trattativa di acquisto (sia essa in via bonale oppure tramite un’espropriazione formale) ad un suo membro che non ha mai avuto motivi di collisione privata o professionale, presente o passata, come peraltro fatto finora dall’Esecutivo durante le sedute su questo tema.
A proposito dell’azione del Municipio, non è passata inosservata l’inversione di rotta di 180° che ha visto protagonista proprio l’Esecutivo.
Il suo rapporto preliminare, decisamente demoralizzante per chi crede nel progetto, aveva lo scopo di offrire “spunti di riflessione per approfondire il dibattito in seno alla commissione speciale”. Gli effetti sono stati altri: il rapporto preliminare non ha convinto la maggioranza dei commissari ad abbandonare la mozione. Anzi, l’effetto è stato di far indignare sia i commissari stessi che il Comitato per la ricostituzione del Parco, che da quel momento hanno difeso la dignità del Parco in maniera ancora più determinata.
Suonavano infatti stonate, frasi che dicevano “Sarebbe (…) fuorviante da un lato attribuire un valore artistico, botanico o turistico a un lembo di sedime che non lo ha mai avuto e che si trova in un contesto diverso da quello richiamati dai mozionanti”, oppure la frase “Un proposito,… (quello formulato dei petenti)… che ha un “pathos” tale che non può che coinvolgere la cittadinanza per la carica emotiva quasi di commozione legate alla sua formulazione.”
Altra musica invece nel Messaggio Municipale definitivo: la larga maggioranza politica che si è costituita in seno alla Commissione speciale del CC ha fatto modificare la posizione del Municipio, che ora condivide le linee principali della mozione, ad eccezione del vincolo di zona verde-svago.
Su questo punto il nostro gruppo non intende sollevare obbiezioni e accetta questa correzione.
Riteniamo infatti accettabile l’eventuale edificazione di strutture di interesse pubblico ma legate alla funzionalità del Parco. Inoltre, per tutelare gli intendimenti dei cittadini che hanno firmato la petizione, proponiamo che sia nominata una Commissione speciale del Consiglio Comunale, con il compito di seguire e partecipare allo studio di pianificazione.
Se della bontà del progetto e del valore culturale e storico ha già parlato il collega Borella, mi soffermo brevemente sul costo dell’investimento, ovvero sul prezzo che andremmo a pagare per l’acquisto del mappale 3043 RFD.
Il tema è delicato e non intendo stasera esprimere giudizi sui valori di stima che sono circolati in questi mesi (alcuni messi in circolazione ad arte) e neppure è mia intenzione indicare un limite massimo di spesa, sebbene il nostro partito abbia le idee molto chiare in tal proposito.
Non è il tema principale di questa sera ma siccome qualcuno ne fa solo una questione di prezzo, è giusto fare qualche considerazione.
Il prezzo sarà frutto di trattative tra pubblico e privato (in caso di soluzione bonale) oppure sarà il giudizio del Tribunale competente a definirne il valore (in caso di espropriazione bonale).
Sicuramente deve prevalere il buon senso; il nostro partito è disposto a lavorare in questa direzione e ad assecondare legittime richieste, purché ragionevoli. Un fatto è sicuro: il terreno in questione è unico nel suo genere e l’unico potenziale acquirente è la Città di Mendrisio.
In sostanza condividiamo la frase del rapporto di maggioranza che dice: “Un confronto con prezzi di vendita per terreni edificabili nella zona con analoghe dimensioni diventa poco sostenibile, essendo le condizioni edificatorie completamente differenti”.
D’altre parte anche lo stesso Signor Sindaco, in occasione della discussione per l’acquisto dello stabile ex-Jelmoli, aveva affermato: “Non c`è una perizia immobiliare perché lo stabile è vuoto, quindi non ha un valore di reddito e viene acquistato a scopo pubblico, per cui non è possibile attribuire un valore materiale secondo i canoni commerciali conosciuti. Quando uno stabile acquisisce un valore amministrativo (e io aggiungo patrimoniale) perché di interesse pubblico ha un valore per quel che è stato il suo costo.” Spetterà al Municipio adottare la miglior strategia nell’interesse pubblico.
In ogni caso oggi é troppo presto rinunciare al sogno di dotare la Città di Mendrisio di un Parco urbano perché l’investimento costa troppo, come scritto nel rapporto di minoranza. È troppo presto perché semplicemente non conosciamo il prezzo, e quindi anche l’ “adeguato rapporto costo-beneficio” non è calcolabile. A nostro avviso non deve essere solo una questione commerciale. È in gioco la ridefinizione del concetto di Parco, è in gioco un nuovo modo di pensare e di vivere lo spazio urbano.
Non bastano (e cito ancora il rapporto di minoranza) “poche panchine e tavoli per pic-nic, fontane e servizi igienici pubblici, stalli per biciclette e simili”. Non bastano più, al limite servono se inseriti in un Parco urbano.
Il Monte Generoso, il Monte San Giorgio, la piscina comunale, il pescoso vita, le rive del Ceresio e gli argini del Laveggio non sono il Parco della Città, sono montagne, fiumi, aree di gioco e sport, dove difficilmente famiglie con passeggini e bambini piccoli si recano per passeggiare, dove difficilmente anziani si recano per chiacchierare, dove difficilmente si possono organizzare manifestazioni culturali, musicali e sociali. Il Monte Generoso e il Monte San Giorgio sono montagne uniche per la nostra Regione, polmoni verdi, che si differenziano per loro natura dall’unicità di un Parco urbano, quello di Villa Argentina, che Mendrisio non ha e mai avrà se oggi ci rinunciamo.
Da un punto di vista pianificatorio il rapporto di minoranza afferma inoltre che “La richiesta della mozione si pone quindi addirittura in contrasto con l’impianto e le finalità del Piano Particolareggiato di Villa Argentina”. Certo, é logico che ci sia un contrasto visto che la mozione chiede appunto di modificarne i contenuti pianificatori.
Fatto queste considerazione non mi resta che concludere il mio intervento: il PLR condivide al 100% le osservazioni del rapporto di maggioranza e coglie l’occasione per ringraziare i commissari che l’hanno sottoscritto, in particolare il relatore nonché presidente della commissione ad hoc sig. Borella per il prezioso lavoro.
Esprimo quindi il convinto sostegno di tutto il gruppo PLR alla mozione che costituisce il tassello più importante di tutto il concetto di Restyling promosso dai nostri giovani tramite un’altra mozione già approvata da questo lodevole Consiglio Comunale.
2'780 cittadini di tutto il territorio aggregato attendono una risposta e molti di più attendono un Parco.
Grazie per l’attenzione
4. Massimo Borella (PLR, Presidente Commissione ad hoc del CC e relatore rapporto di maggioranza, a titolo personale )
Signora Presidente,
Onorevoli Municipali, Colleghe e colleghi,
se questa sera siamo qui a discutere sulla possibilità di un nuovo studio pianificatorio della parte del terreno del parco di Villa Argentina ancora edificabile è innanzitutto grazie al Comitato Parco di Villa Argentina e dei 2870 cittadini che hanno firmato la petizione a ragion di causa e senza particolari ”pathos emotivi quasi di commozione“ verso il parco di Villa Argentina come scritto nel rapporto preliminare sulla Mozione dal Municipio nel 2010 per screditare l’azione dei promotori della petizione.
Per ora picchetti e modine sono scomparsi, ma senza l’intervento del Comitato Parco di Villa Argentina probabilmente ci troveremo di fronte a cosa fatta.
Cosa è cambiato da allora per far modificare radicalmente l’avviso al Municipio?
Si leggeva nel rapporto preliminare: “i parchi di Mendrisio sono il Monte Generoso e il Monte San Giorgio ben visibili da ogni punto della città e facilmente raggiungibili anche a piedi in una manciata di minuti”.
Si legge ora nel messaggio: ” La città come tale, al suo centro, richiama la necessità di un parco urbano, che a differenza dei grandi polmoni verdi che l’attorniano (MG e MSG) funge da sostituzione del sistema agricolo e forestale permettendo l’insediamento di una ricca fauna che contribuisce al riequilibrio di un ecosistema sbilanciato.
Unica nel suo genere è la collocazione in posizione centrale in un comparto ad alto contenuto pubblico”.
Meglio tardi che mai per riconoscere che non si tratta di una comune area verde.
Il comparto di Villa Argentina è unico proprio per la sua collocazione in un contesto di zone aventi la specifica destinazione di attrezzature pubbliche.
Per quanto riguarda il valore culturale e storico del fondo i vari interventi promossi dal Comitato Parco Villa Argentina, ne hanno confermato l’importanza, la maggioranza della Commissione ritiene che i documenti riportati dalla Mozione (lo studio Reinhart e la relazione Righetti) illustrano inconfutabilmente l’appartenenza del comparto in questione con il Parco di Villa Argentina.
Ed è proprio su questo ulteriore aspetto nell’ottica della realizzata aggregazione che l’Autorità deve avere a cuore la salvaguardia dei beni più importanti.
Diversamente da quanto riportato dal rapporto di minoranza, di interventi come quello richiesto dalla mozione sono indispensabili per contrastare alla forte e caotica urbanizzazione conosciuta in alcune parti del Comune di Mendrisio .
Del resto, se osserviamo le proposte di acquisto di beni privati da parte dell’ente pubblico, è una dinamica presente in vari Comuni limitrofi e quartieri della nostra Città.
Creare zone pedonali e verde pubblico dove vi è un bene pubblico di pregio è importante per la valorizzazione del vivere in una città urbana.
Quale relatore del rapporto di maggioranza debbo pure soffermarmi sulla valutazione di un eventuale esproprio o acquisto per trattative bonali con gli attuali proprietari.
Partiamo dal valore di acquisto di CHF 3'160'000.-- del 2004 che per rapporto al valore di stima di CHF 3'806'627.-- dimostra già le condizioni alquanto severe ed i vincoli edificatori del terreno.
Sfavorevolmente si comprende come mai il Municipio abbia fatto fare una valutazione da un perito con uno scenario meno restrittivo, quando anche in sede di Consiglio Comunale più volte ha confermato la volontà di mantenere tali vincoli.
Per quanto poi valutato dal perito incaricato dai proprietari, che leggiamo sul rapporto di minoranza è stato fino a pochi anni fa perito del Tribunale di espropriazione, è stato allestito unicamente sul progetto di costruzione dei proprietari, mai passato al vaglio del Municipio e che quindi non ha mai ottenuto una licenza di costruzione.
Confidiamo quindi che il Municipio, a seguito di quanto questa sera il Consiglio Comunale deciderà, riallacci le trattative con i proprietari del terreno per trovare una proposta obiettiva che ottemperi alla realtà delle cose.
Non vogliamo questa sera fare un elenco di opere da realizzare o da cancellare, ci troviamo di fronte ad una situazione che possiamo ancora sistemare e non dobbiamo farcela sfuggire.
Il nostro Comune ha molte volte saputo prendere delle decisioni che potevano essere ritenute azzardate o non così necessarie, ma che con il tempo si sono rivelate indovinate.
In conclusione riteniamo che siamo quindi in presenza di un bene di rilevante valore culturale e paesaggistico, che come pure ha capito il Municipio, è importante per la valorizzazione della zona in relazione alle cinque realtà presenti: Scuole Comunali, Accademia, Casa Anziani e Istituto per i minorenni Torriani ed evitare un edificazione di tipo privato.
Invito quindi le colleghe e i colleghi ad aderire al messaggio.
5. Rossano Bervini (promotore e primo firmatario della mozione, a nome del gruppo PS)
La qualità di vita di una comunità si valuta anche e forse soprattutto in base a dei parametri urbanistici, culturali , ambientali e storici oltre che sociali e finanziari : il moltiplicatore comunale passerà e nessuno se ne ricorderà fra qualche anno, mentre il parco di Villa Argentina e in generale il verde urbano della città di Mendrisio connoterà profondamente l'identità futura del Comune per centinaia d'anni.
[il discorso fatto dall'avv. Bervini non era scritto; le parole riportate qui sopra non sono quelle pronunciate nel corso del dibattito in CC ma è quanto l'avv. Bervini disse a sostegno dell'iniziativa per il Parco e che riassume perfettamente l'idea che anima il Comitato Parco di Villa Argentina]
6. Mario Ferrari (PS, a titolo personale)
La vicenda del parco di Villa Argentina può essere assunta a paradigma nobile d’un nuovo modo di far politica.
Infatti la via per salvare il parco dall’edificazione è stata segnata dalla presenza attiva di cittadini che hanno lanciato una petizione e poi si sono costituiti in un comitato che ha sollecitato e seguito il percorso istituzionale sviluppatosi dentro il Consiglio comunale.
Una dinamica positiva che ha messo in evidenza l’importanza d’una ripresa di coscienza del cittadino che, da semplice amministrato, diventa attivo e propositivo.
Al centro la riscoperta del significato dei beni pubblici, del bene pubblico che torna poi a far riflettere e ad unire le forze politiche.
Una lezione importante, un’assunzione di responsabilità forte (anche finanziaria) da parte del Comune di Mendrisio che ancora una volta dimostra intelligenza.
A mancare invece all’appello sono invece i ricchi ticinesi dediti agli affari, alle speculazioni edilizie, ad un uso dissennato del territorio depredato quale semplice merce, basti pensare per star vicini ai progetti di Melano e Pojana e solo più lontano, a Paradiso, il complesso edilizio Emerald.
Solo ticinesi cresciuti oltre Gottardo hanno dato segnali generosi nei confronti dei Castelli di Bellinzona o della fattoria dei Cuntitt a Castel San Pietro.
I nostri ricchi tengono tutti famiglia, credono profondamente all’immortalità, si ingozzano aspettando che i posteri dilapidino. Nessuna cultura del bene pubblico, del bene comune.
Eppure qui alle porte hanno un esempio nobile da seguire il FAI (Fondo ambiente italiano) che, fondato e condotto da una borghesia intelligente, ha salvato e salvaguardato beni straordinari con forza e tenacia.
Non è forse giunto il momento di creare un FATI (Fondo ambiente Ticino) raggruppando risorse finanziarie e intelligenze che ancora apprezzano il nostro territorio, la sua storia i suoi valori senza depredarlo in modo volgare?
Proposta che, sotto forma diversa, avevo avanzato, tramite una mozione, già nel 2002, bocciata nel 2005 dal Consiglio di Stato, ma sorprendentemente riabilitata, limitatamente alla Fattoria di Vigino, dal Gran Consiglio nel 2008.
Certamente non sappiamo parlare ai nuovi ricchi, a chi con la finanza mette a ferro e fuoco popoli e stati, forse ci riuscirà Orazio, che in una sua epistola diceva: ” … torna indietro quando ti accorgi che le cose desiderate valgono meno di quelle perdute”.